La gestione dei processi aziendali con il modello Unified Process

Recentemente, il 15 ottobre per l’esatteza, ho concluso e superato positivamente l’audit di un  progetto “Process & Customer ManagementPer la gestione innovativa ed automatizzata dei processi gestionali, un progetto finanziato dall’Unione Europea/Regione Veneto (DOCUP OBIETTIVO 2 – 2000/2006 — Misura 1.5 – BANDO 1210/05- ART. 3 Lettera D) “Interventi di innovazione e miglioramento di processo e prodotto”).

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L’azienda in questione (ometto per aspetti di riservatezza il nome dell’azienda), era composta da tre divisioni di produzione di servizi, gestite da reponsabili con il coordinamento operativo e strategico di una direzione centrale. L’implementazione del CRM ha considerato tutti i processi aziendali (con il modello Unified Process) e si e’ estesa alla gestione delle attività giornaliere delle risorse.

L’azienda, la relationship e lo sviluppo del Know How

In diversi altri articoli pubblicati, emerge il mio punto di vista che lega L’azienda, la relationship e lo sviluppo del Know How. Emerge un’azienda client oriented (orientata al micormarketing, al marketing relazionale, alla centralità del processo di creazione del valore per il cliente, più che al mercato), è un’azienda che ha scelto di indirizzare la propria cultura aziendale attraverso l’essere client oriented, puntando sulla qualità percepita e sul valore aggiunto dei processi che concorrono alla creazione di questo valore (Porter).

image L’innovazione aziendale è strettamente legata allo sviluppo del knowledge management.

Da una relazione fatta al congresso di actkm a Canberra, è stata così prospettata l’organizzazione della conoscenza:

  • è in condizioni ambientali coscienti e socialmente responsabili
    – condizione indispensabile del marketing etico
  • non deve giustificarsi
    – è connaturata all’azienda, legittimata
  • usa la storia per spostare la prospettiva
    solo comprendendo la propria evoluzione si sta nell’evoluzione
  • gli usi hanno un’importante ruolo educativo
  • autorizza la gente ad assumersi le responsabilità
    valorizzare la cultura del rischio e del presidio al posto dell’approccio esecutivo (“sono gli altri che pensano per me”, “faccio quello che mi dicono di fare, il resto non è compito mio”)
  • ha una struttura piatta
    i processi son guidati dall’intput/output da e verso il cliente, la burocrazia delle procedure se c’è è funzionale a tale flusso informativo
  • non ha una direzione
    la gerarchia è nelle responsabilità e nei presidi dei nodi organizzativi
  • reinterpreta un modello dei costi e dei redditi per riflettere sull’importanza della condivisione delle informazioni
    – non più solamente centri di costo/profitto ma anche centri di presidio e sviluppo del valore immateriale della conoscenza
  • tratta le informazioni come parte del capitale dell’organizzazione
    – la conoscenza e la gestione del know how è il vero capitale il bene immateriale dell’organizzazione
  • percepisce in maniera tangibile la conoscenza e le informazioni
    dai dati alle informazioni, dalle informazioni alla conoscenza, dalla conoscenza ai piani di azione…
  • usa piani d’azione come strumento comunemente utilizzato per sviluppare strategie
    dagli scenari alle strategie, dalle strategie ai piani di azione… e viceversa
  • dà valore alle persone per la loro capacità di usare la conoscenza per realizzare i risultati
    tendere alla coincidenza tra la realizaziione del potenziale umano e la realizzazione del potenziale aziendale
  • consiglia la collaborazione con rispetto, senso del dovere e responsabilità reciproche
    la collaborazione come metodo di interazione efficace, la selezione delle idee migliori come prassi di interazione efficente
  • ha luoghi di lavoro fisici e virtuali per sostenere il contesto del lavoro
  • promuove e sostiene i gruppi d’auto-organizzazione
    l’organizzazione dal basso (button-up) libera il potenziale inespresso delle risorse
  • abbraccia il valore di creatività
    la creatività, l’invenzione, l’innovazione tende a non dare valore aggiunto ma a generare valore
  • capisce che cosa è la collaborazione e come metterla in pratica (bene – in linea e non in linea)
    le  regole dell’organizzazione della conoscenza sono chiare e tutti le possono attuare, la burocrazia non cambia le regole del gioco per accrescere il proprio potere
  • crede nella reciprocità
    conta di più il potere di risolvere i problemi e di dare soluzioni piuttosto che il potere gerarchico sulle persone, in questo contesto si realizza la reciprocità
  • ha volontà di cambiare
    – il cambiamento non è reattivo (dovuto a fattori esterni, esogeni), ma una tensione costante: anticipatoria
  • ha una passione per il successo ed il cambiamento
    il successo è più importante della conservazione della difesa del proprio petere
  • utilizza ricompense e misurazioni di prestazioni basate sul team
  • si trova dove ognuno ha tempo per divertirsi durante l’attività lavorativa

L’azienda che adotta la lo gestione delle informazioni orientate allo sviluppo del Know How, coinvolge le proprie risorse umane considerandole il vero patrimonio aziendale.

In conclusione, si può affermare che i bisogni e le motivazioni che spingono le persone sono sostanzialmente tre:

  1. Successo (realizzare progetti, raggiungere obiettivi, trovare soluzioni, ecc.)
  2. Potere (sugli altri, sulle cose, sul possesso)
  3. Affiliazione (sentirsi parte di, stare alle disposizioni di)

Sono convinto che l’azienda che adotta la sopra delineata Relationship e lo sviluppo del Know How, tende a spingere se stessa e le risorse umane che la compongono, più verso il successo che verso i meccanismi e le posizioni di potere e di affiliazione.

Leonardo Milan

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