Il futuro della Business Intelligence

Donald Feinberg, vice president e distinguished analyst di Gartner.

segno evidente non solo del loro interesse ma anche dell’autorevolezza dell’analista – intitolato “Future Trends in Data Warehousing and Business Intelligence”, tenuto a Las Vegas in occasione della User Group Conference 2007 di Teradata. “Per le attività di business intelligence e di supporto alle decisioni – sostiene Feinberg – i dati storici, combinati con quelli acquisiti fino all’ultimo minuto, saranno sempre più spesso utilizzati da procedure ad hoc incapsulate all’interno delle normali applicazioni di business. E queste elaborazioni di eventi in tempo reale diventeranno la norma nei prossimi anni”.

Il Web 2.0 e la Web Analytics come evoluzione dell'Information Architecture.

La presenza sul web, per un’azienda, rappresenta una commodity, l’esistenza di un sito internet istituzionale non fa la differenza in termini di competitività. Fino a qualche tempo fa, da questo punto di vista, era particolarmente utile avere un catalogo prodotti/servizi che facilitasse la commercializzazione attraverso il web (diretta o imageindiretta che fosse). Oggi anche questo non è più sufficiente: nell’era del Web 2.0, diventa fondamentale il rapporto con i clienti/utenti (i cosiddetti prosumers), verso un’interattività che li coinvolga nella creazione di contenuti a beneficio dell’azienda.
In che cosa consiste l’evoluzione 2.0 della Web Analyctis? Nel considerare scontato  il posizionamento per parole chiave, scontato che il posizionamento si evolva verso il network strategico. Meno scontato e più difficile da raggiungere è l’approccio della Web Analyctis 2.0, sinteticamente:

  1. L’analisi del sito web tende sempre più a rilevare la qualità (verso la considerazione dell’interazione uomo/informazione tanto cara alla IA – Information Architecture):
    – l’analisi dei dati qualitativi e dell’usabilità del sito, tenendo conto dello sforzo cognitivo dell’utente (che segue sempre la legge del minimum effort – minimo sforzo).
    – il benchmarking: l’analisi delle pagine della concorrenza
    – una catalogazione delle informazioni (e dei prodotti), che segue progressione incrementale e guidata anche dagli altri utenti… una storia legata alla Customer Experience– i parametri, in altri termini, sono sempre più soggettivi (ambigui e di difficile decifrazione) rispetto ai dati oggettivi della Web Analysis tradizionale
  2. La nuova Web Analyctis tende quindi a guidare l’azienda ed i web master ad un continuo miglioramento della esperienza online che i clienti ei potenziali clienti (vedi anche CRM, convergenze con il Social Network), effettuano nella navigazione (si va verso un modello di CLM – Customer Loyalty Management, ma mi fermo qui per non divagare oltre.
  3. La Web Analyctis 2.0 considera, oltre che il sito web, anche si allarga verso aspetti del Digital Marketing, che si traduce in un’attenzione crescente all’e-business, alla vendita di prodotti e servizi in rete, alle conversioni, al ROI, ecc..

Nella mia attività professionale non mi occupo direttamente di Web Analytics, ma (più o meno direttamente) di usabilità e Architettura dell’Informazione (come sfondo al mio approccio mentale). Da questo punto di vista, considero molto più importante l’usabilità che l’accessibilità (posizionamento), di un sito/pagina web. La Web Analytics 2.0 considera ed enfatizza straordinaramente e maggiormente il web design piuttosto che il visual design. Evviva!
La Web Analytics 2.0 si sposta, infatti, verso l’efficacia della comunicazione (conversioni, ROI), considerando fonfdamentale l’usabilità. Eric T. Peterson, nel suo “Web Analytics Demystified”, definisce la Web Analytics come <un insieme di dati, che vanno dal traffico web alle transazioni via web, dalle performance del web server a studi di fruibilità, il tutto analizzato allo scopo di aiutare la comprensione dell’esperienza online del visitatore>. Cos’è “la comprensione dell’esperienza online” dell’utente se non l’usabilità, il web design del sito?

Trovo sempre più interesse per l’evoluzione del web che va sotto il nome di Web 2.0, l’internet delle cose, cognitivo, semantico.

I nuovi siti/portali di riferimento sono: I nuovi paradigmi del Web 2.0 sono:
  • www.youtube.com
  • www.live.com
  • www.myspace.com
  • www.facebook.com
  • www.orkut.com
  • www.wikipedia.org
  • www.hi5.com
  • www.yahoo.com
  • www.google.com
  • www.msn.com
  • Blog
  • Wiki
  • Social Network
  • Folksonomies/Tagging
  • File / Video Sharing
  • Long Tail Analysis
  • Feed RSS
  • Mashup
  • I supporti, i linguagg tecnologici usati maggiormente per lo sviluppo di applicazioni Web 2.0 sono:

    • Script Dinamici (Php,Jsp,Asp)
    • Flash
    • Ajax

    In questo contesto, si può parlare anche di una Web Analytics 2.0, specialmente in presenza si siti che utilizzano i seguenti tools e le seguenti tecnologie di analisi e tracciamento dei dati:

    • image Tracciamento Accesso
    • Tracciamento Pagine Viste
    • Tracciamento Percorso
    • Tracciamento Conversioni
    • Tracciamento Eventi
    • Tracciamento visualizzazione rich media
    • Tracciamento utenti Feed RSS

    Gli indicatori di performance, KPI (Key Performance Indicators, vedi anche Monitoraggio KPI e ROI), rappresentano i parametri essenziali di misurazione e le variabili che davvero servono a valutare e migliorare le attività web intraprese. i nuovi KPI da misurare, in ambito Web Analytics 2.0, sono:

    • Tracciamento dei Post più commentati
    • I Post più visti
    • Quali sono gli argomenti di maggior interesse
    • Tra
      cciamento dei Feed Rss
    • Tracking dei Video
    • Tracking dei Podcast
    • Aree Maggiormente viste

    In questi giorni ho fatto una ricerca, per il mio lavoro, di applicativi di Web Log Analyzer e di Web analytics più in generale. Pubblicherò alcuni dati di questa ricerca in un prossimo posto. nel frattempo propongo la lettura di un interessante articolo sulla Web Analytics, tratto dal sito www.webanalytics.it.

    L’evoluzione della Web Analytics

    Per la WebAnalyticsAssociation, la Web Analytics è la misurazione, la collezione,l’analisi e il reporting di dati internet allo scopo di capire e ottimizzare l’utilizzo del Web.

    Nell’articolo citato <… l’obiettivo della Web Analyitics è chiaro e unico: capire l’esperienza online del cliente per poterla migliorare e, quindi, ottenere un ritorno maggiore.
    … Ma a cosa serve tutto ciò? Basterà fare un esempio: l’hotel Anaheim Ramada usò la web analytics per competere con le maggiori compagnie online di viaggio ed ebbe un
    400% di aumento delle conversioni! Come sono lontani i tempi in cui la Web Analytics veniva utilizzata solo per l’analisi dei log files per determinare il numero di visitatori e il numero di pagine viste!
    Eppure l’utilizzo di tali strumenti è ancora molto limitato: tutto ciò è sorprendente se si pensa che la Web Analytics aiuta mostrando anche dati quali errori generati da link non funzionanti, immagini mancanti, oppure dove i visitatori abbandonano il tuo sito. …
    Inoltre, è un campo in continua evoluzione: presto si riusciranno a tracciare non solo le conversioni online ma anche quelle offline (ad esempio, un acquisto fatto attraverso una telefonata con un numero trovato sul sito internet). Quindi la Web analytics è e sarà un campo sempre più importante: il web è diventato un canale chiave per il profitto e un modo affidabile per attrarre e mantenere clienti. Senza la Web analytics la maggior parte degli aspetti di design, funzione ed organizzazione del sito sono basati sul
    giudizio soggettivo dei responsabili del sito. In alcuni casi, il design del sito è visto come un processo esclusivamente creativo: l’obiettivo era rendere “gradevole” l’aspetto del sito. Ma ora si rende necessario il passaggio per i web site manager da criteri di successo soggettivi a criteri oggettvi. Il “secondo me” ora non va più bene! Bisogna utilizzare indicatori oggettivi e sulla base di questi, intervenire di conseguenza.> (per leggere il testo completo clicca qui >>>)

    … Torna il problema dell’usabilità del sito e dell’IA – Information Architecture … come dicevo all’inizio dell’articolo…

    Leonardo Milan

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