Digital Public Relations e innovazione strategica

Ambiti e ambienti di applicazione delle Digital Public Relations Le Digital PR ricadono nell’ambito delle Relazioni Pubbliche, aree che per sua natura non punta a far crescere le vendite, ma a consolidare il posizionamento del brand e dell’azienda sul mercato.
Riporto qui di seguito gli ambiti e gli ambienti di applicazione delle Digital Public Relations con una presentazione che riguarda il rapporto Innovazione Strategica ed i Social Media.

Gli ambiti e gli ambienti di applicazione delle Digital Public Relations

  • Posizionamento online:
    • Posizionamento Marketing Strategy e Supporto dell’attività SEO – Search Engine Optimization
    • Content Strategy e Content Management
    • Personal Branding (posizionamento professionale e sviluppo carriera)
  • Informazione giornalistica
    • Real Time news
    • Ai giornali attraverso OLMR – Online Media Relations (Corporate: a supporto dell’Ufficio Stampa)
  • Comunicazione istituzionale e d’impresa (corporate):
    • Interna: Social Business
    • Esterna: Reputation, Prevenzione Crisis Management e monitoraggio
  • Engagement – Fidelizzazione
    • Attività di engagement nei Social Media
    • Customer Services – Customer Care
  • Conversione online
  • Lead Generations – online Direct Marketing

Riporto qui di seguito le slide della presentazione correlata che potete vedere scaricare su Slideshare: Innovazione Strategica ed i Social Media

 

 

Riuscite a superare il semplice "Dillo a un amico"? Come diffondere il passaparola

imageProseguo l’approfondimento delle tecniche del passaparola con questo articolo sul come diffondere il passaparola. I precedenti articoli sul tema sono: incrementare la capacità di ascolto con il passaparola e prodotti sportivi nell’era digitale, aziende e marketing alle prese con la crisi.
Riporto qui di seguito alcuni suggerimenti che ho raccolto sulle tecniche del passaparola. La forma delle domande, tipica del coaching, consente di apprendere… dandosi le giuste risposte… attraverso la seguente check list.

  • Riuscite a organizzare un evento che metterà in scena il prodotto e farà parlare il pubblico?
    • Qual è l’idea più insolita cui potete pensare?
    • Potete avvalervi di un’anteprima a sorpresa, per catturare l’immaginazione di un gruppo selezionato di clienti?
    • Annotate tutte quelle che vi vengono in mente, poi però rileggetele il mattino seguente, dopo aver bevuto una buona tazza di caffè e aver risposto alla prossima domanda.
  • Offrite la possibilità di sperimentare?
    • Avete inviato in anticipo le copie del libro a mille lettori: molto bene. Ma che cosa potete fare per essere certi che lo leggano vera­mente?
      • Quando Grove Atlantic promosse Ritorno a Colei Mountain nelle librerie, fece seguire all’inseminazione ini­ziale alcune cene locali, durante le quali i librai potevano incontrare l’autore.
  • La vostra storia aziendale si ispira a un modello di riferi­mento?
    • Dietro il prodotto vi è un "dramma umano"? Nella vostra azienda è presente un leader carismatico? Scrive un blog?
  • Siete in grado di creare un messaggio specifico che si può diffondere facilmente?
    • Ecco un esempio tratto da freerice.com, un sito che aiuta ad arricchire il vocabolario:
      • «Per ogni parola che indovinerete, grazie all’UN World Food Program donerete 20 grani di riso e contribuirete a com­battere la fame nel mondo». Notate quanto è preciso que­sto messaggio.
  • imageRiuscite a superare il semplice "Dillo a un amico"?
    • Esor­tate i clienti a riflettere per un attimo sulle persone che li circondano e che potrebbero beneficiare del prodotto.
  • Avete pianificato i vostri sforzi per l’inseminazione nella base?
    • Il vostro piano non si limita a includere i "soliti sospetti" del settore?
  • Quali iniziative potete intraprendere per stupire?
    • Le per­sone parlano di ciò che è inatteso.
  • REGALATE UNA CARAFFA BRITA, PIANTATE UN ALBERO
    • Per anni, in Australia, Brita ha cercato di spronare i clienti a raccomanda­re i suoi prodotti.
    • Offriva gratuitamente un filtro di ricambio agli acquirenti che si mostravano disposti a consegnare una cartolina pubblicitaria a un amico. I! meccanismo di questa strategia era però farraginoso e i risulta­ti furono contrastanti.
  • I clienti comunicano tra loro?
    • Più interagiscono, più si sentiranno coinvolti dal prodotto e più lo descriveranno ad altri.
    • Sapete trovare un sistema per aiutarli a socializzare o a scambiarsi commenti? Riuscite a organizzare incontri offline, per esempio grazie a eventi speciali?
  • I clienti hanno la possibilità di pubblicare i loro contenuti?
    • Possono inviare immagini su Flickr o video su YouTube? E le loro esperienze sui blog?
  • Avete la possibilità di limitare l’accesso al prodotto, affinché la sua presenza ridotta stimoli fin dall’inizio l’interesse?
    • (Questa tattica dovrebbe essere utilizzata in modo selettivo; è più efficace quando vi sono forti aspettative nei confronti del prodotto.)
  • imageAvete pianificato i vostri sforzi per l’inseminazione nella base?
    • Il vostro piano non si limita a includere i "soliti sospetti" del settore?
  • Riuscite a portare i clienti dietro le quinte?
    • Riuscite a mo­strare loro come viene creato il prodotto, chi lo fabbrica e perché ne è così entusiasta? (Anche se create un prodot­to "noioso", il processo di produzione deve pur presentare un elemento interessante, o forse è affascinante il modo in cui vi è venuta l’idea alla base del prodotto stesso.)
  • L’attuazione di questa idea danneggerebbe qualcuno?
    • Se la risposta è sì, lasciate perdere.
  • Disponete di un programmando incentivi per chi segnala la vostra azienda?
    • Se sì, i clienti l’apprezzano e rispondono positivamente? Avete raccolto le loro reazioni?
  • Sapete creare uno spunto di conversazione?
    • Un elemento che gli altri ricorderanno, utile per dare inizio a un’intera­zione?
  • Si potrà frullare?
    • Vedere un nuovo e lucente iPhone che viene gettato in un frullatore e ri­dotto a un mucchietto di polvere nera è un evento di cui molti parlano. Il video in questione è stato visto più di quattro milioni di volte su YouTube.
      • Nelle sue serie di filmati, Tom Dickson, il CEO di BlendTec, utilizza il frulla­tore prodotto dall’azienda per polverizzare oggetti come biglie, palline da golf, telefoni cellulari, barre luminose… insomma, qualsiasi cosa gli ven­ga in mente.
      • D’accordo, questi video sono divertenti e stravaganti, ma i ragazzi che li guardano sono invogliati ad acquistare un frullatore? Le voci che circolano si traducono in vendite? Sembra proprio di sì.

Fonti immagini:
– www.trinitydigitalmarketing.com; www.noobpreneur.com; maxponzano.com