Tecnologie collaborative, lo Smart Working e il paradigma della trasformazione

imageNon esistono scorciatoie e ricette fai da te per le aziende che vogliono incamminarsi per la strada dello Smart Working, della partecipazione innovativa.

La scorciatoia più frequente consiste nell’adozione della tecnologia collaborativa (che va oltre la condivisione documentale delle intranet) senza preoccuparsi dei fattori che abbiamo fatto anche negli articoli precedenti. È chiaro che le contraddizioni tra comportamenti e dichiarazioni d’intenti (vision) si pagano: il personale ha bisogno di leader coerenti che diano l’esempio!

Per essere più espliciti, la tecnologia collaborativa e sociale dev’essere adottata dopo che si è fatta, l’analisi, la strategia e la scelta del tipo di cambiamento (migliorativo, evolutivo, innovativo) che si vuole adottare.
A sua volta il tipo di cambiamento è determinato dalla leadership dell’azienda … occorre che il management agisca “… sulla cultura d’impresa e sulla cultura organizzativa dell’azienda”.

Un paradigma per la trasformazione

imageCome superare i limiti della tecnologia abilitante? Prendendola come modello e per la sua vera dimensione di paradigma per la trasformazione: facendo entrare la portata rivoluzionaria del web come tecnologia trasformativa di sistema (come lo è stata la televisione e prima: l’avvento del telefono, della radio, della stampa, ecc.), nella connessione e coinvolgimento diretto delle persone … dal Web 2.0 in poi, soprattutto.
Questo cambio di paradigma potrebbe far emergere necessità impellenti a quelle aziende che nella turbolenza della crisi percepiscono che non basta più dare solo risposte reattive e adattive al calo progressivo della domanda e dei consumi.

imageQuesto utilizzo della rete come paradigma (come metafora del cambiamento verso un’azienda connected), sottolinea la necessità di un intervento sulla cultura dell’azienda e sullo stile della leadership. Senza queste scelte e questi passaggi avremo, nei migliori casi concreti, dei team eccellenti in aziende statiche che stentano a rinnovare il ciclo di vita della propria offerta di prodotti e servizi.

Le persone hanno una provenienza ed un approccio tecnologico, sono le persone che hanno la possibilità di determinare il cambiamento e l’innovazione… trasformando l’uso della tecnologia attraverso la sua personalizzazione.

Dalle Digital Public Relations
alle Digital People Relations

image_thumb[12]_thumbNon ci sono, quindi scorciatoie neanche per le Digital Public Relations, che a me piace definirle di più come Digital People Relations. La capacità di gestire le relazioni delle persone/community interne con le persone/community esterne- stakeholder dipende infatti dalla rete formale (interna dell’azienda), dalla capacità che hanno però anche le reti informali di agire trasversalmente, abilitando il sapere tacito, implicito e dal CAPITALE RELAZIONALE (ovvero, la capacità di gestire le relazioni con l’ambiente e sterno).
Una persona che intende sviluppare le Digital Pr di un’azienda dovrebbe agire da hub tra il confine interno/esterno dell’azienda, abilitando e favorendo il dialogo tra le persone (interne) con le persone (esterne)… tessendo la rete relazionale in un unico network.

In sintesi … se il tutto potesse essere una formula …: image

Con questo articolo approfondisco la riflessione sullo Smart Working, sull’Open Innovation sulla tecnologia della collaborazione aziendale,  affrontata anche nei seguenti precedenti articoli:

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Fonte Immagini:
it.masternewmedia.org; blogs.kqed.org, Improntaunika.it,

Innovazione e comportamento organizzativo. I team aziendali

Nel precedente articolo Network interni alle aziende. Reti informali e comportamento innovativo, ho affrontato il rapporto tra innovazione e comportamento.
Cos’è, allora il comportamento innovativo? “L’intenzionale generazione, introduzione, e applicazione di un’idea all’interno di un ruolo lavorativo, di un gruppo o di un’organizzazione, al fine di apportare benefici …”.
L’innovazione non avviene in un vuoto sociale, l’aspetto dell’’interazione tra individuo e il gruppo/organizzazione è fondamentale per la collaborazione che porta all’innovazione.
È probabile in azienda i collaboratori non rischiano ad essere proattivi, creativi e innovativi se i loro capi (difficile chiamarli leader) scoraggiano i comportamenti innovativi. Semplificando potremmo affermare che:

  • è la partecipazione creativa e individuale alla generazione e realizzazione delle idee il motore che genera l’innovazione
  • è lo stile di leadership, di apertura alle proposte di idee, che consente che questa partecipazione di manifestarsi (al meglio)
  • è la presenza di un team interfunzionale (un team che ha come componenti persone di diversa astrazione divisionale/compartimentale, di diversi settori aziendali) e/o con forte eterogeneità tra i membri del gruppo il terreno di cultura della collaborazione innovativa

Ecco allora in sintesi le caratteristiche di un buon team interfunzionale:

  • Consente esplicitamente l’azione delle reti informali con l’utilizzo della fiducia e la conoscenza tra le persone (elemento molto più importante della competenza!)
  • Il limite delle connessioni nel team ristretto non c’è, per questo si consiglia comunque la costituzione di team con un numero non superiore ai 15 membri (che consente i legami forti)
  • Il rapporto tra innovazione e comportamento nei team interfunzionali, ci consente di coltivare la collaborazione innovativa

 

Fonti utilizzate per le immagini:

  • www.carrozzeriacorato.it
  • www.impresamia.com