Il Risk Management di un progetto CRM focalizzato sulla gestione dei processi orientati al cliente

Recentemente ho completato l’implementazione di un CRM in un’azienda, con un finanziamento regionale (DOCUP OBIETTIVO 2— Misura 1.5 – BANDO 1210 – ART. 3 Lettera D “Interventi di innovazione e miglioramento di processo e prodotto”). Per motivi di riservatezza non posso pubblicizzare il nome e l’attività specifiche dell’azienda, posso solamente dire che l’azienda interessata era un’azienda di servizi nel terziario avanzato.
Questo progetto dimostra come il CRM possa fungere da allineamento dei processi aziendali che riguardano il cliente con tutti i canali che rappresentano le principali azioni di contatto/relazione con la clientela potenziale ed acquisita.

Fasi di realizzazione

Quali sono state le fasi dell’implementazione progetto “Process & Customer Management”? Di solito, lavorando nei progetti di miglioramento continuo (vedi ISO 900/2000), si attua l’approccio PLAN (obiettivi e pianificazione) – DO (implementazione) – CHECK (verifica dei risultati raggiunti) – ACT (azioni correttive).

Nel progetto “Process & Customer Management”, le fasi sono state le seguenti:
– Fase 1: Proposta e definizione degli obiettivi
– Fase 2a: Analisi processi e attività operative
– Fase 2b: Valutazione e scelta delle alternative
– Fase 3: Installazione e Implementazione
– Fase 4: Ottimizzazione e verifiche

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Il Risk Management per un progetto CRM

In questo articolo mi voglio soffermare sugli aspetti considerati ed approfonditi nella prima fase di Proposta e definizione degli obiettivi. Questo non per un esercizio di stile, ma per fare una cosa che difficilmente si riesce a fare, se non ex post cioè dopo la realizzazione di un progetto:
– la verifica dei rischi previsti
– la verifica della loro reale consistenza
– la messa in atto di un’analisi anticipatoria/predittiva (in grado, cioè di prevedere i problemi e di mettere da subito in atto le azioni correttive/risposte in grado di risolvere o di attenuare l’impatto del rischio/problema individuato)

Riporto qui di seguito la descrizione dei fattori di rischio nel progetto “Process & Customer Management” individuati:

1)   Approvazione (elaborazione iniziale) del progetto
image a)   Esperti non disponibili
•    Difficoltà di recuperare risorse adeguate ed all’altezza dei compiti previsti
•    Poca predisposizione delle risorse al lavoro in team di progetto
b)   Inadeguata definizione del problema/progetto
•    Inadeguato approccio di problem setting: cosa fare?
•    I bisogni sono chiari, per l’azienda, ma la loro definizione varia a seconda dei punti di vista o delle aree funzionali interessate
c)   Assenza di studio di fattibilità
•    Mancanza della definizione dei tempi/costi/qualità (il trade-off che prevede in una diminuzione/aumento dei tempi/costi una diminuzione/aumento della qualità raggiunta e dell’efficacia, quindi)
•    Lo studio di fattibilità consente di verificare ex ante la possibilità di realizzare gli obiettivi in un quadro di risorse date e/o da reperire
•    Per il “Process & Customer Management”, l’azienda aveva previsto la realizzazione del progetto anche in caso di mancato finanziamento pubblico
d)   Obiettivi non chiari
•    Come per lo studio di fattibilità, gli obiettivi non chiari possono compromettere il buon esito delle fasi successive se non l’esito stesso del progetto

2)   Avviamento del progetto
image a)   Leadership e sponsor interno
•    La leadership del consulente (Leonardo Milan)
•    Capacità d’intervento e di decisione dello sponsor interno
b)   Insufficienza pianificazione delle risorse
•    Non adeguata assegnazione delle risorse al progetto
•    Skill inadeguati
c)   Concept iniziale e Approvazione del Progetto
•    Ritardo nella definizione o approvazione
•    Inadeguata definizione del problema
•    Assenza di studio di fattibilità
•    Obiettivi non chiari
d)   Servizi da includere nel CRM
•    Mancanza di una chiara identificazione dei  servizi da includere nel CRM
i)    Specifiche degli applicativi
•    Mancanza o ritardo relativa alle  specifiche delle applicazioni tecnologiche e delle piattaforme da integrare

3)   Pianificazione
•    Assenza di un piano di gestione dei rischi
•    Pianificazione frettolosa
•    Analisi dei requisiti e specifiche d’implementazione inadeguata
•    Mancanza di supporto della direzione/management
•    Inadeguata definizione dei ruoli, delle competenze, delle aree funzionali e di progetto
a)   Piano di progetto
•    Le varie fasi di progetto sono conseguenza l’una dell’altra

image4)   Esecuzione e implementazione
•    Elevata eterogeneità degli applicativi esistenti ed utilizzati per l’implementazione
a)   Ambiente di produzione
•    Risorse inadeguate al problem solving: come fare?
•    Impossibilità o difficoltà di attuare le personalizzazioni richieste
•    Risorse allocate insufficienti e/o inadeguate

5)   Chiusura
•    Difficoltà nell’apprendimento e nell’uso del sistema da parte degli utenti
•    Assenza di Commitment (impegno e attenzione) da parte del management aziendale
•    Assenza di monitoraggio e di adeguati interventi correttivi

 

Quando adottare il Risk Management?

Il grafico sotto riportato evidenzia come sia molto elevato il rischio complessivo nelle fasi iniziali di Approvazione e di Pianificazione del progetto.  image

A una prima interpretazione, sembra che il Risk Management vada adottato nei progetti di una certa entità economica, poiché andrebbe a sottrare risorse alla fase di esecuzione/chiusura del progetto.
Non sono d’accordo con questa impostazione. I rischi ci sono anche in progetti esecutivi, di basso importo economico.
Escludendo la produzione seriale di prodotti (ma, per esempio, quanto costa sbagliare il prototipo di un modello di automobile? Quanto costa introdurre nel mercato prodotti che poi non riscontrano il favore della clientela?…), nel caso di implementazione di applicativi (come il CRM) e nel caso della produzione di siti-portali web, in presenza cioè di variabili prevalentemente intangibili come, per esempio, la coerenza della comunicazione con il brand image (immagine di marca), o di variabili derivate dalla Information Architecture come i requisiti di navigazione, di usabilità, di contesto d’uso, ecc. … siamo proprio sicuri che valga la pena abbassare la guardia sul Risk Management, sulla fattibilità? Credo proprio di no.

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Nel progetto “Process & Customer Management” circa il 30% delle risorse sono state dedicate alle attività di analisi e pianificazione delle prime due fasi. Il risultato è stato ampliamente soddisfacente. L’azienda, dopo l’implementazione del progetto, ora dispone:
– di un check up della situazione iniziale (as-is) e della situazione auspicata e di prospettiva (to-be)
– di una mappa dei processi implementati e da implementare (WorkFlow compresi)
– di una road map che la supporta sugli step di integrazione effettuati e da effettuare
– di strumenti di CRM in grado di svolgere le funzioni richieste con il personale in grado di utilizzarle a pieno
– della definizione analitica degli strumenti/funzionalità e integrazioni con prodotti di terze parti (anche per gli aspetti implementativi non ancora effettuati)

Il tutto è dovuto all’analisi iniziale ed alla metodologia implementativa: piano + working progress (previsione, prassi, evoluzione della prassi e nuova previsione), un mix tra metodo e adattamento adhocratico.

Tutto è bene quello che finisce bene? Le vere difficoltà sono state le criticità previste e impreviste, riscontrate nella fase Esecuzione… ma questo è un altro articolo…

Leonardo Milan

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L’azienda, la relationship e lo sviluppo del Know How

In diversi altri articoli pubblicati, emerge il mio punto di vista che lega L’azienda, la relationship e lo sviluppo del Know How. Emerge un’azienda client oriented (orientata al micormarketing, al marketing relazionale, alla centralità del processo di creazione del valore per il cliente, più che al mercato), è un’azienda che ha scelto di indirizzare la propria cultura aziendale attraverso l’essere client oriented, puntando sulla qualità percepita e sul valore aggiunto dei processi che concorrono alla creazione di questo valore (Porter).

image L’innovazione aziendale è strettamente legata allo sviluppo del knowledge management.

Da una relazione fatta al congresso di actkm a Canberra, è stata così prospettata l’organizzazione della conoscenza:

  • è in condizioni ambientali coscienti e socialmente responsabili
    – condizione indispensabile del marketing etico
  • non deve giustificarsi
    – è connaturata all’azienda, legittimata
  • usa la storia per spostare la prospettiva
    solo comprendendo la propria evoluzione si sta nell’evoluzione
  • gli usi hanno un’importante ruolo educativo
  • autorizza la gente ad assumersi le responsabilità
    valorizzare la cultura del rischio e del presidio al posto dell’approccio esecutivo (“sono gli altri che pensano per me”, “faccio quello che mi dicono di fare, il resto non è compito mio”)
  • ha una struttura piatta
    i processi son guidati dall’intput/output da e verso il cliente, la burocrazia delle procedure se c’è è funzionale a tale flusso informativo
  • non ha una direzione
    la gerarchia è nelle responsabilità e nei presidi dei nodi organizzativi
  • reinterpreta un modello dei costi e dei redditi per riflettere sull’importanza della condivisione delle informazioni
    – non più solamente centri di costo/profitto ma anche centri di presidio e sviluppo del valore immateriale della conoscenza
  • tratta le informazioni come parte del capitale dell’organizzazione
    – la conoscenza e la gestione del know how è il vero capitale il bene immateriale dell’organizzazione
  • percepisce in maniera tangibile la conoscenza e le informazioni
    dai dati alle informazioni, dalle informazioni alla conoscenza, dalla conoscenza ai piani di azione…
  • usa piani d’azione come strumento comunemente utilizzato per sviluppare strategie
    dagli scenari alle strategie, dalle strategie ai piani di azione… e viceversa
  • dà valore alle persone per la loro capacità di usare la conoscenza per realizzare i risultati
    tendere alla coincidenza tra la realizaziione del potenziale umano e la realizzazione del potenziale aziendale
  • consiglia la collaborazione con rispetto, senso del dovere e responsabilità reciproche
    la collaborazione come metodo di interazione efficace, la selezione delle idee migliori come prassi di interazione efficente
  • ha luoghi di lavoro fisici e virtuali per sostenere il contesto del lavoro
  • promuove e sostiene i gruppi d’auto-organizzazione
    l’organizzazione dal basso (button-up) libera il potenziale inespresso delle risorse
  • abbraccia il valore di creatività
    la creatività, l’invenzione, l’innovazione tende a non dare valore aggiunto ma a generare valore
  • capisce che cosa è la collaborazione e come metterla in pratica (bene – in linea e non in linea)
    le  regole dell’organizzazione della conoscenza sono chiare e tutti le possono attuare, la burocrazia non cambia le regole del gioco per accrescere il proprio potere
  • crede nella reciprocità
    conta di più il potere di risolvere i problemi e di dare soluzioni piuttosto che il potere gerarchico sulle persone, in questo contesto si realizza la reciprocità
  • ha volontà di cambiare
    – il cambiamento non è reattivo (dovuto a fattori esterni, esogeni), ma una tensione costante: anticipatoria
  • ha una passione per il successo ed il cambiamento
    il successo è più importante della conservazione della difesa del proprio petere
  • utilizza ricompense e misurazioni di prestazioni basate sul team
  • si trova dove ognuno ha tempo per divertirsi durante l’attività lavorativa

L’azienda che adotta la lo gestione delle informazioni orientate allo sviluppo del Know How, coinvolge le proprie risorse umane considerandole il vero patrimonio aziendale.

In conclusione, si può affermare che i bisogni e le motivazioni che spingono le persone sono sostanzialmente tre:

  1. Successo (realizzare progetti, raggiungere obiettivi, trovare soluzioni, ecc.)
  2. Potere (sugli altri, sulle cose, sul possesso)
  3. Affiliazione (sentirsi parte di, stare alle disposizioni di)

Sono convinto che l’azienda che adotta la sopra delineata Relationship e lo sviluppo del Know How, tende a spingere se stessa e le risorse umane che la compongono, più verso il successo che verso i meccanismi e le posizioni di potere e di affiliazione.

Leonardo Milan

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