Il Web 2.0 e la Web Analytics come evoluzione dell'Information Architecture.

La presenza sul web, per un’azienda, rappresenta una commodity, l’esistenza di un sito internet istituzionale non fa la differenza in termini di competitività. Fino a qualche tempo fa, da questo punto di vista, era particolarmente utile avere un catalogo prodotti/servizi che facilitasse la commercializzazione attraverso il web (diretta o imageindiretta che fosse). Oggi anche questo non è più sufficiente: nell’era del Web 2.0, diventa fondamentale il rapporto con i clienti/utenti (i cosiddetti prosumers), verso un’interattività che li coinvolga nella creazione di contenuti a beneficio dell’azienda.
In che cosa consiste l’evoluzione 2.0 della Web Analyctis? Nel considerare scontato  il posizionamento per parole chiave, scontato che il posizionamento si evolva verso il network strategico. Meno scontato e più difficile da raggiungere è l’approccio della Web Analyctis 2.0, sinteticamente:

  1. L’analisi del sito web tende sempre più a rilevare la qualità (verso la considerazione dell’interazione uomo/informazione tanto cara alla IA – Information Architecture):
    – l’analisi dei dati qualitativi e dell’usabilità del sito, tenendo conto dello sforzo cognitivo dell’utente (che segue sempre la legge del minimum effort – minimo sforzo).
    – il benchmarking: l’analisi delle pagine della concorrenza
    – una catalogazione delle informazioni (e dei prodotti), che segue progressione incrementale e guidata anche dagli altri utenti… una storia legata alla Customer Experience– i parametri, in altri termini, sono sempre più soggettivi (ambigui e di difficile decifrazione) rispetto ai dati oggettivi della Web Analysis tradizionale
  2. La nuova Web Analyctis tende quindi a guidare l’azienda ed i web master ad un continuo miglioramento della esperienza online che i clienti ei potenziali clienti (vedi anche CRM, convergenze con il Social Network), effettuano nella navigazione (si va verso un modello di CLM – Customer Loyalty Management, ma mi fermo qui per non divagare oltre.
  3. La Web Analyctis 2.0 considera, oltre che il sito web, anche si allarga verso aspetti del Digital Marketing, che si traduce in un’attenzione crescente all’e-business, alla vendita di prodotti e servizi in rete, alle conversioni, al ROI, ecc..

Nella mia attività professionale non mi occupo direttamente di Web Analytics, ma (più o meno direttamente) di usabilità e Architettura dell’Informazione (come sfondo al mio approccio mentale). Da questo punto di vista, considero molto più importante l’usabilità che l’accessibilità (posizionamento), di un sito/pagina web. La Web Analytics 2.0 considera ed enfatizza straordinaramente e maggiormente il web design piuttosto che il visual design. Evviva!
La Web Analytics 2.0 si sposta, infatti, verso l’efficacia della comunicazione (conversioni, ROI), considerando fonfdamentale l’usabilità. Eric T. Peterson, nel suo “Web Analytics Demystified”, definisce la Web Analytics come <un insieme di dati, che vanno dal traffico web alle transazioni via web, dalle performance del web server a studi di fruibilità, il tutto analizzato allo scopo di aiutare la comprensione dell’esperienza online del visitatore>. Cos’è “la comprensione dell’esperienza online” dell’utente se non l’usabilità, il web design del sito?

Trovo sempre più interesse per l’evoluzione del web che va sotto il nome di Web 2.0, l’internet delle cose, cognitivo, semantico.

I nuovi siti/portali di riferimento sono: I nuovi paradigmi del Web 2.0 sono:
  • www.youtube.com
  • www.live.com
  • www.myspace.com
  • www.facebook.com
  • www.orkut.com
  • www.wikipedia.org
  • www.hi5.com
  • www.yahoo.com
  • www.google.com
  • www.msn.com
  • Blog
  • Wiki
  • Social Network
  • Folksonomies/Tagging
  • File / Video Sharing
  • Long Tail Analysis
  • Feed RSS
  • Mashup
  • I supporti, i linguagg tecnologici usati maggiormente per lo sviluppo di applicazioni Web 2.0 sono:

    • Script Dinamici (Php,Jsp,Asp)
    • Flash
    • Ajax

    In questo contesto, si può parlare anche di una Web Analytics 2.0, specialmente in presenza si siti che utilizzano i seguenti tools e le seguenti tecnologie di analisi e tracciamento dei dati:

    • image Tracciamento Accesso
    • Tracciamento Pagine Viste
    • Tracciamento Percorso
    • Tracciamento Conversioni
    • Tracciamento Eventi
    • Tracciamento visualizzazione rich media
    • Tracciamento utenti Feed RSS

    Gli indicatori di performance, KPI (Key Performance Indicators, vedi anche Monitoraggio KPI e ROI), rappresentano i parametri essenziali di misurazione e le variabili che davvero servono a valutare e migliorare le attività web intraprese. i nuovi KPI da misurare, in ambito Web Analytics 2.0, sono:

    • Tracciamento dei Post più commentati
    • I Post più visti
    • Quali sono gli argomenti di maggior interesse
    • Tra
      cciamento dei Feed Rss
    • Tracking dei Video
    • Tracking dei Podcast
    • Aree Maggiormente viste

    In questi giorni ho fatto una ricerca, per il mio lavoro, di applicativi di Web Log Analyzer e di Web analytics più in generale. Pubblicherò alcuni dati di questa ricerca in un prossimo posto. nel frattempo propongo la lettura di un interessante articolo sulla Web Analytics, tratto dal sito www.webanalytics.it.

    L’evoluzione della Web Analytics

    Per la WebAnalyticsAssociation, la Web Analytics è la misurazione, la collezione,l’analisi e il reporting di dati internet allo scopo di capire e ottimizzare l’utilizzo del Web.

    Nell’articolo citato <… l’obiettivo della Web Analyitics è chiaro e unico: capire l’esperienza online del cliente per poterla migliorare e, quindi, ottenere un ritorno maggiore.
    … Ma a cosa serve tutto ciò? Basterà fare un esempio: l’hotel Anaheim Ramada usò la web analytics per competere con le maggiori compagnie online di viaggio ed ebbe un
    400% di aumento delle conversioni! Come sono lontani i tempi in cui la Web Analytics veniva utilizzata solo per l’analisi dei log files per determinare il numero di visitatori e il numero di pagine viste!
    Eppure l’utilizzo di tali strumenti è ancora molto limitato: tutto ciò è sorprendente se si pensa che la Web Analytics aiuta mostrando anche dati quali errori generati da link non funzionanti, immagini mancanti, oppure dove i visitatori abbandonano il tuo sito. …
    Inoltre, è un campo in continua evoluzione: presto si riusciranno a tracciare non solo le conversioni online ma anche quelle offline (ad esempio, un acquisto fatto attraverso una telefonata con un numero trovato sul sito internet). Quindi la Web analytics è e sarà un campo sempre più importante: il web è diventato un canale chiave per il profitto e un modo affidabile per attrarre e mantenere clienti. Senza la Web analytics la maggior parte degli aspetti di design, funzione ed organizzazione del sito sono basati sul
    giudizio soggettivo dei responsabili del sito. In alcuni casi, il design del sito è visto come un processo esclusivamente creativo: l’obiettivo era rendere “gradevole” l’aspetto del sito. Ma ora si rende necessario il passaggio per i web site manager da criteri di successo soggettivi a criteri oggettvi. Il “secondo me” ora non va più bene! Bisogna utilizzare indicatori oggettivi e sulla base di questi, intervenire di conseguenza.> (per leggere il testo completo clicca qui >>>)

    … Torna il problema dell’usabilità del sito e dell’IA – Information Architecture … come dicevo all’inizio dell’articolo…

    Leonardo Milan

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    L’azienda, la relationship e lo sviluppo del Know How

    In diversi altri articoli pubblicati, emerge il mio punto di vista che lega L’azienda, la relationship e lo sviluppo del Know How. Emerge un’azienda client oriented (orientata al micormarketing, al marketing relazionale, alla centralità del processo di creazione del valore per il cliente, più che al mercato), è un’azienda che ha scelto di indirizzare la propria cultura aziendale attraverso l’essere client oriented, puntando sulla qualità percepita e sul valore aggiunto dei processi che concorrono alla creazione di questo valore (Porter).

    image L’innovazione aziendale è strettamente legata allo sviluppo del knowledge management.

    Da una relazione fatta al congresso di actkm a Canberra, è stata così prospettata l’organizzazione della conoscenza:

    • è in condizioni ambientali coscienti e socialmente responsabili
      – condizione indispensabile del marketing etico
    • non deve giustificarsi
      – è connaturata all’azienda, legittimata
    • usa la storia per spostare la prospettiva
      solo comprendendo la propria evoluzione si sta nell’evoluzione
    • gli usi hanno un’importante ruolo educativo
    • autorizza la gente ad assumersi le responsabilità
      valorizzare la cultura del rischio e del presidio al posto dell’approccio esecutivo (“sono gli altri che pensano per me”, “faccio quello che mi dicono di fare, il resto non è compito mio”)
    • ha una struttura piatta
      i processi son guidati dall’intput/output da e verso il cliente, la burocrazia delle procedure se c’è è funzionale a tale flusso informativo
    • non ha una direzione
      la gerarchia è nelle responsabilità e nei presidi dei nodi organizzativi
    • reinterpreta un modello dei costi e dei redditi per riflettere sull’importanza della condivisione delle informazioni
      – non più solamente centri di costo/profitto ma anche centri di presidio e sviluppo del valore immateriale della conoscenza
    • tratta le informazioni come parte del capitale dell’organizzazione
      – la conoscenza e la gestione del know how è il vero capitale il bene immateriale dell’organizzazione
    • percepisce in maniera tangibile la conoscenza e le informazioni
      dai dati alle informazioni, dalle informazioni alla conoscenza, dalla conoscenza ai piani di azione…
    • usa piani d’azione come strumento comunemente utilizzato per sviluppare strategie
      dagli scenari alle strategie, dalle strategie ai piani di azione… e viceversa
    • dà valore alle persone per la loro capacità di usare la conoscenza per realizzare i risultati
      tendere alla coincidenza tra la realizaziione del potenziale umano e la realizzazione del potenziale aziendale
    • consiglia la collaborazione con rispetto, senso del dovere e responsabilità reciproche
      la collaborazione come metodo di interazione efficace, la selezione delle idee migliori come prassi di interazione efficente
    • ha luoghi di lavoro fisici e virtuali per sostenere il contesto del lavoro
    • promuove e sostiene i gruppi d’auto-organizzazione
      l’organizzazione dal basso (button-up) libera il potenziale inespresso delle risorse
    • abbraccia il valore di creatività
      la creatività, l’invenzione, l’innovazione tende a non dare valore aggiunto ma a generare valore
    • capisce che cosa è la collaborazione e come metterla in pratica (bene – in linea e non in linea)
      le  regole dell’organizzazione della conoscenza sono chiare e tutti le possono attuare, la burocrazia non cambia le regole del gioco per accrescere il proprio potere
    • crede nella reciprocità
      conta di più il potere di risolvere i problemi e di dare soluzioni piuttosto che il potere gerarchico sulle persone, in questo contesto si realizza la reciprocità
    • ha volontà di cambiare
      – il cambiamento non è reattivo (dovuto a fattori esterni, esogeni), ma una tensione costante: anticipatoria
    • ha una passione per il successo ed il cambiamento
      il successo è più importante della conservazione della difesa del proprio petere
    • utilizza ricompense e misurazioni di prestazioni basate sul team
    • si trova dove ognuno ha tempo per divertirsi durante l’attività lavorativa

    L’azienda che adotta la lo gestione delle informazioni orientate allo sviluppo del Know How, coinvolge le proprie risorse umane considerandole il vero patrimonio aziendale.

    In conclusione, si può affermare che i bisogni e le motivazioni che spingono le persone sono sostanzialmente tre:

    1. Successo (realizzare progetti, raggiungere obiettivi, trovare soluzioni, ecc.)
    2. Potere (sugli altri, sulle cose, sul possesso)
    3. Affiliazione (sentirsi parte di, stare alle disposizioni di)

    Sono convinto che l’azienda che adotta la sopra delineata Relationship e lo sviluppo del Know How, tende a spingere se stessa e le risorse umane che la compongono, più verso il successo che verso i meccanismi e le posizioni di potere e di affiliazione.

    Leonardo Milan

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