Network interni alle aziende. Reti informali e comportamento innovativo

In questo articolo intendo partire da tre affermazioni, da tre aspetti che caratterizzano il mio punto di vista riguardo al lavoro di gruppo, dei tema all’interno dell’azienda con il supporto anche delle tecnologie sociali (team work, Social Network Enterprise, ecc.):

  • Le reti informali: determinano la maggior parte del lavoro svolto in un’azienda e influiscono notevolmente sulle scelte
  • Il limite delle connessioni: una persona non può sostenere legami forti con più di 10-12 persone
  • Il rapporto tra innovazione e comportamento: per la massima parte determinata dai comportamenti delle persone e non dalla tecnologia

Le reti informali

imageIl primo aspetto riguardante le reti informali.
Ogni persona che conosce le aziende constata (da sempre) che l’organizzazione gerarchica è molte volte astratta rispetto alla realtà aziendale, alle relazioni ed i flussi informativi, agli organigrammi. I mansionari, i ruoli e le posizioni organizzative non possono tener conto della realtà molto più fluida delle reti informali tra le persone che tengono conto: della fiducia, della stima, dei leader naturali, dei gruppi di pressione e di potere interni. Queste reti informali sono più simili alle reti sociali che costituiscono la base dei Social Network. Queste reti informali detengono il 79% del lavoro svolto in un’azienda (incluso ciò che consente che il lavoro venga svolto) segue i canali informali anziché i canali formali e le strutture formali.

Il limite delle connessioni

imageIl limite delle connessioni, dei legami forti che una persona non può sostenere.
Questi legami forti non possono essere più di 10-12. Il massimo delle relazioni influenti (legami deboli) di contatti, non supera indicativamente le 150 persone (il numero di Dunbar), in azienda questo numero si riduce a 40-50 colleghi. È un limite antropologico, quindi, che ci fa riflettere sul limite relazionale che possiamo avere anche nelle connessioni in rete (Social Network), è un costo cognitivo e di memorizzazione che pesa soprattutto sull’identità del nostro interlocutore più che sul “cosa” della conversazione.

Il rapporto tra innovazione e comportamento

imageQuando presento progetti che si avvalgono di piattaforme collaborative sono solito ripetere che “l’innovazione è per l’80% comportamento e per il 20% tecnologia”, suscitando un certo spiazzamento da parte di chi si aspettava una relazione molto più stretta tra innovazione e tecnologia (collaborativa). Il problema è che la collaborazione è un comportamento che "precede" l’utilizzo della tecnologia.

Il tema affrontato non si esaurisce qui. Avremo modo di approfondirlo non solo in altri articoli di questo blog ma anche nella pubblicazione "IoCollaboro" già in libreria.

Dal social contest al libro #iocollaboro, la presentazione a Milano nel Social Case History Forum

Come annunciato da un mio precedente articolo “ Dal team alla community aziendale. Il mio intervento per il libro #IoCollaboro”, domani c’è la presentazione del libro #iocollaboro, finalmente. Alle ore 12 all’interno del Social Case History Forum. La presentazione curata da Sonia Garau, responsabile mktg yoo+, vedrà la partecipazione di  Federico Barilli, segretario generale Italia Startup e di Roberta Petta, project manager yoo+.

Siamo felici di presentare il libro al Social Case History Forum – spiega Sonia Garau – perché in questa occasione, a luglio, abbiamo lanciato il social contest che ha portato alla pubblicazione del libro. Con “#iocollaboro e tu?” vogliamo promuovere e affermare la cultura della collaborazione, un modo di lavorare e di pensare che può davvero fare la differenza, una risposta positiva alla crisi economica. Coworking, crowdfunding, carpooling e nuove tecnologie collaborative per lavorare meglio e più efficacemente sono sempre più diffuse e stanno rivoluzionando, per fortuna, il nostro modo di vivere.”

imageQuesto libro è nato da un contest, un contest nato per affermare e diffondere la cultura della collaborazione. Questo è “io collaboro e tu”. Uno wiki-book scritto da autori, professionisti e consulenti, esperti ognuno in un campo diverso ma con un denominatore comune: tutti, in un modo o nell’altro, si occupano di web 2.0 e credono nella condivisione e collaborazione.
Ma non solo: questo libro, infatti, raccoglie tutti i contributi scritti e condivisi dai partecipanti al contest #iocollaboro.
Twitter e Pinterest sono stati lo scenario naturale per promuovere e diffondere la nostra iniziativa e i numerosissimi interventi sono stati per noi, che abbiamo organizzato il contest, una grandissima soddisfazione: la conferma che la collaborazione è fondamentale per vivere e lavorare meglio.

Ecco il team di Weplus:

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