L'innovazione e l'interazione manageriale nelle lobbies

Riporto qui di seguito uno schema sulle principali AREE di interazione e di collaborazione

S’intende come “potenziale” la collaborazione. Senza il confronto e la reciproca conoscenza, queste “aree di interazione” possono essere, inizialmente, “aree in sovrapposizione” e in concorrenza soprattutto nei confronti delle AZIENDE.

Lo schema sopra riportato non tiene conto del posizionamento e della collocazione dei soci top manager, marketing manager delle aziende, le quali a loro volta possono abbracciare i settori manifatturieri, dei servizi, ecc.

La lobby come “neworking”.

È noto che la creazione di una comunità/club possa rappresentare una leva competitiva nel marketing relazionale. Il valore di una consulenza di altri soci – che potranno diventare partner/consulenti – che hanno già affrontato e superato un problema o che abbia una preparazione complementare rappresenta un reale “valore aggiunto”.

La lobby è una rete di relazioni: è un “network orizzontale non competitivo”. È questo il “valore aggiunto” . Occorre verificare quanto questo valore si è già diffuso tra i soci, quanto sia potenzialmente espandibile e con quali strumenti.

L’altro scopo della lobby è quello di accrescere il proprio il proprio know how, partecipando alle attività di lobby e con l’opportunità di sviluppare rapporti con altri professionisti del settore.

Leonardo Milan