Le App dell’Intelligenza Artificiale generativa sostituiranno i coach?

In questo articolo ho affrontato il tema dell’impatto dell’Intelligenza Artificiale generativa che ha e che avrà sempre di più nel coaching sviluppando questi argomenti (che a loro volta potevano diventare altrettanti articoli:

  • Il possibile sviluppo futuro dell’offerta di coaching
  • La competenza del “pensiero critico”
  • La commoditizzazione dei servizi di coaching
  • Una sintesi del possibile impatto sulla professione del “Coach”
  • Aree per l’Integrazione dell’IA vs. Necessità Umana nel Coaching

Parto subito con una risposta provocatoria alla domanda “Le App dell’Intelligenza Artificiale generativa sostituiranno i coach?

Le App dell’Intelligenza Artificiale generativa non sostituiranno i “coach” ma sostituiranno (o surrogheranno) una (buona) parte del “coaching“!

Se questa affermazione non ti basta e vuoi saperne di più prosegui con la lettura dell’articolo.

Il possibile sviluppo futuro dell’offerta di coaching

La mia esperienza personale nell’integrare l’intelligenza artificiale nel coaching ha aperto nuove prospettive sul potenziale di questa tecnologia nel potenziare il processo di coaching. Trasferendo il mio know-how sul “processo-contenuto” a ChatGPT 4 attraverso prompt sempre più complessi, ho sperimentato direttamente le opportunità che l’IA- Intelligenza Artificiale può dare ad un coach:

  • Può servire efficacemente in modalità Copilot, supportando attività di coaching e simulando sessioni specifiche per vari bisogni, inclusi il Business Coaching e il Career Coaching.
  • La recente possibilità di personalizzare GPT (applicazioni GPT) e poi di pubblicarle nel GPT Store, il negozio virtuale per personalizzare ChatGPT aumenta questa possibilità: vedi l’applicazione GPT “Professional Coach” creata da WikiCoaching.
  • Questa innovazione si estende alla creazione di strumenti come il “Piano di Sviluppo del Progetto di Carriera” e il “Personal Branding Canvas”, dimostrando la capacità dell’IA di adattarsi e contribuire significativamente al processo di coaching.

Lo sviluppo futuro dell’offerta di coaching si potrebbe quindi articolare in diverse possibili offerte tra le quali:

  • Exclusive: Servizi creativi e ibridi che forniscono un’esperienza unica, potenziata dall’IA in modalità Copilot e da tecnologie innovative. Servizi ancora futuribili ma ormai si intravedono nel campo delle possibilità.
  • Premium: Coaching erogato da esperti dotati di significativa esperienza aziendale, personalizzazione e allineamento con gli obiettivi di sviluppo e di business, arricchito dall’IA a supporto delle sessioni, dei feedback, del follow-up e degli eventuali assessment.
  • Blended: Servizi di coaching combinati con altri servizi di formazione, training, facilitazione, consulenza HR, consulenza agile e di business, ecc. erogati sia in presenza che da remoto.
  • Cyber: Offerte economiche basate esclusivamente sulle App dell’Intelligenza Artificiale generativa, senza necessariamente richiedere l’interazione diretta con un coach, e potenzialmente arricchite dall’uso di wearable (indossabile, l’iWatch della Apple è un esempio significativo anche se ancora embrionale di queste applicazioni, provare per credere).

Ecco alcuni motivi per cui il coaching del coach in modalità “Exclusive” e “Premium” rimarrà insostituibile:

  • Presenza e sviluppo di relazioni: La migliore competenza di un coach è determinata dalla presenza: la capacità del coach di essere pienamente consapevole e presente con il cliente, impiegando uno stile aperto, flessibile, radicato e fiducioso per dare spazio al cliente. Questa presenza è in sé abilitante: per le relazioni di fiducia e per la creazione dello spazio di rispetto con i clienti, creando un ambiente sicuro e di supporto per la sua crescita personale e professionale.
  • Comprensione empatica: La connessione empatica e la capacità di ascolto (… e di ascoltarsi: la migliore pratica in questo senso è rappresentata dal Focusing), genera fiducia nel cliente. I coach possono connettersi con le emozioni e comprendere le motivazioni dei clienti andando oltre le parole e gli aspetti cognitivi (unica area invece in cui possono intervenire le App dell’IA) fornendo loro un supporto personalizzato e adattato alle loro esigenze individuali (per un approfondimento vedi anche i centri: razionale, emotivo e istintivo dell’Enneagramma, del mBIT’ – multiple Brain Integration Techniques, ecc.)
  • Feedback: I coach possono fornire feedback intuitivi (coach possono utilizzare la loro creatività e intuito per aiutare i clienti a trovare soluzioni innovative ai loro problemi in un processo co-creativo), aiutandoli a migliorare le loro prestazioni e raggiungere i loro obiettivi. Ad esempio anche una pausa, un silenzio, una semplice ripetizione di una domanda può aprire un mondo inesplorato al cliente.

Altri motivi per cui anche il coaching del coach in modalità “Blended” rimarrà difficilmente sostituibile:

Le App dell’Intelligenza Artificiale generativa specializzate in coaching sono ancora molto distanti da un’AGI – Intelligenza Artificiale Generale: un’intelligenza artificiale che può risolvere problemi in vari domini, come un essere umano, senza intervento manuale. Invece di limitarsi a un ambito specifico, l’AGI può imparare da sola e risolvere problemi per i quali non è mai stata addestrata. Le previsioni sulla creazione dell’AGI – Intelligenza Artificiale Generale vanno dai cinque a oltre i dieci anni. In ogni caso (credo, spero) questa AGI avrà un’intelligenza razionale/cognitiva e non emotiva e istintiva come sopra accennato. Oltre a questo i limiti dell’attuale App-IA risiedono quindi nella loro specializzazione derivata da un pre-addestramento.

L’approccio “Blended” che può abbinare, se utile e necessario, il coaching del coach ad attività di formazione, training, facilitazione, consulenza HR, consulenza agile, di business, ecc. diventa un forte antidoto, una capacità di switch che le App-IA specializzate non hanno.

Anzi con L’approccio “Blended” potrebbe essere lo stesso coach a servirsi delle App-IA generative, come vedremo nella conclusione.

In ogni caso la transizione verso questi nuovi modelli di coaching evidenzia una progressiva estinzione del coaching basic (attuato da coach in modo standard con modelli preconfezionati e applicati in modo prevalentemente indifferenziato), facendo emergere un paradigma in cui il supporto dell’IA per i servizi di coaching “Exclusive”, “Premium” e “Blended” diventa indispensabile. La combinazione della capacità creativa del coach con quella generativa dell’IA, guidata dal coach stesso, supera le capacità delle attuali applicazioni di IA in modalità Cyber. Questo sarà un vantaggio che potrebbe perdurare anche con l’avvento dell’AGI, abbiamo visto.

L’accelerazione anticipata dalle App-IA generative e dal relativo cambiamento tecnologico potrebbe paradossalmente rafforzare la domanda di coaching?

Le App-IA generative potrebbero allargare l’attuale platea dei clienti di coaching. Man mano che individui e organizzazioni navigano questi cambiamenti, infatti, la necessità di orientamento, sviluppo personale e strategie di adattamento probabilmente aumenterà. La professione di coaching potrebbe vedere un’espansione, servendo come un ponte critico per aiutare le persone ad allinearsi e sfruttare questi rapidi cambiamenti.

La competenza del “pensiero critico”

I coach si evolvono nei servizi uguali o simili a quelli rappresentati come “Exclusive”, “Premium” e “Blended”, dovrebbero quindi concentrarsi sull’Intelligenza Emotiva e soprattutto sullo sviluppo della fondamentale competenza del pensiero critico.

La competenza del pensiero critico riveste un ruolo cruciale sia per il coach che per il cliente nel contesto del coaching,

specialmente in un approccio “Blended” che integra vari elementi come formazione, consulenza e tecnologia, incluso l’uso di App-IA generative. In particolare:

  1. Soluzione di Problemi Complessi: Il pensiero critico abilita il coach a navigare attraverso problemi complessi e multifaccettati, permettendo una comprensione più profonda delle sfide uniche che il cliente sta affrontando. Questo facilita l’ideazione di soluzioni innovative e personalizzate che trascendono le risposte standardizzate offerte dalle App-IA e la capacità di saper sfruttare questi strumenti per simulare scenari decisionali, usando il pensiero critico per valutare i rischi, i benefici e le potenziali conseguenze di varie opzioni.
  2. Valutazione degli output dell’IA e Decision Making: Nell’era dell’Intelligenza Artificiale, le persone sono sovraccaricati da dati e insight e si sentono minacciate (quando sono consapevoli) dalle possibilità di sostituzione derivante da: Automazione + IA. Il pensiero critico consente di valutare l’affidabilità e la rilevanza delle informazioni e dagli output dell’IA, riuscendo in questo modo a utilizzare l’IA in modalità copilot (almeno fino a che non arriva la suddetta AGI.
  3. Adattamento e Innovazione: Mentre le App-IA possono offrire supporto basato su dati preesistenti, solo attraverso il pensiero critico i coach possono adattarsi e innovare in tempo reale, personalizzando l’approccio a seconda delle mutevoli esigenze del cliente e integrando nuove tecniche o tecnologie quando necessario.

La commoditizzazione dei servizi di coaching

La commoditizzazione avviene quando “le caratteristiche distintive di un prodotto o servizio diventano meno importanti per i consumatori, che si concentrano maggiormente sul prezzo”.

Ecco alcuni fattori (oltre alla sempre maggiore offerta di coaching rispetto alla domanda…) che possono contribuire alla minaccia di una ulteriore spinta dell’IA e della tecnologia alla commoditizzazione dei servizi di coaching:

  • Globalizzazione: La concorrenza globale delle App dell’Intelligenza Artificiale generativa può portare a un calo dei prezzi e spingendo verso una riduzione dei prezzi e rendendo più difficile per i coach distinguersi esclusivamente sulla base del costo: i coach potrebbero trovarsi a competere su prezzi sempre più bassi, compromettendo la percezione del valore e la sostenibilità delle loro pratiche
  • Tecnologia: L’innovazione tecnologica delle App dell’Intelligenza Artificiale generativa aumenta esponenzialmente l’accessibilità ai servizi di coaching rendendoli più comparabili e costringendo i coach a cercare efficienze operative o a diversificare i loro servizi.
  • Standardizzazione: Quando le metodologie di coaching diventano standardizzate dalle App dell’Intelligenza Artificiale generativa, i clienti potrebbero avere difficoltà a percepire il valore aggiunto del coach rispetto ad un coaching diffuso, standardizzato oltre che accessibile.
  • Dematerializzazione: L’accessibilità di strumenti e risorse online potrebbe diminuire l’importanza percepita del tocco umano e della personalizzazione che un coach professionista porta.

Una sintesi del possibile impatto sulla professione del “Coach”

Pro:

  • L’integrazione dell’IA nel coaching promette di rivoluzionare la professione, ampliando le possibilità di personalizzazione, efficienza e accessibilità dei servizi. L’integrazione dell’IA nel coaching presenta un insieme misto di potenzialità. L’adozione dell’IA nel coaching offre numerosi vantaggi, inclusa la capacità di gestire grandi volumi di dati e fornire insight basati sull’analisi. Aspetto che potrebbe essere utilizzato anche dai produttori di Assessment.
  • L’IA potrebbe semplificare i compiti amministrativi, migliorare l’allocazione delle risorse e fornire intuizioni basate sui dati, rendendo il coaching più efficiente e accessibile. E’ quindi fondamentale riconoscere e affrontare le limitazioni dell’IA, specialmente nel replicare la complessità delle interazioni umane e nella gestione delle dinamiche emotive e relazionali.

Contro:

  • Rischio di commoditizzazione: L’accessibilità e la standardizzazione dei servizi di coaching potenziati dall’IA potrebbero ridurre la percezione del valore aggiunto unico offerto dai coach, minacciando di commoditizzare la professione. Probabile surclassamento del coaching tradizionale o di basso livello, come abbiamo visto prima.
  • Spersonalizzazione del Coaching: Il rischio che i clienti App dell’Intelligenza Artificiale generativa sentano sempre meno l’esigenza dell’engagement e della connessione personale nelle sessioni di coaching è un pericolo, poiché le relazioni di fiducia e il supporto personalizzato sono al cuore dell’efficacia del coaching del coach.
  • Il rischio che i clienti App dell’Intelligenza Artificiale generativa sentano sempre meno l’esigenza dell’intelligenza emotiva, dell’empatia e la comprensione sfumata che i coach offrono pone un notevole inconveniente. Il rischio conseguente di depersonalizzazione e riduzione dell’engagement emotivo come nelle sessioni di coaching è una preoccupazione legittima.

Aree per l’Integrazione dell’IA vs. Necessità Umana nel Coaching

Riprendo il tema da un interessante articolo di Giovanna Giuffredi “Le macchine sostituiranno i coach?” che a sua volta riprendeva una survey promossa da Coaching Time. C’è un consenso tra i punti di vista dell’articolo che l’IA potrebbe servire bene nel gestire gli aspetti burocratici del coaching, come la programmazione, il monitoraggio dei progressi e anche certi compiti analitici. Eppure, quando si tratta delle dimensioni esplorative, emotive e profondamente personali del coaching, l’elemento umano è insostituibile.

L’essenza del coaching risiede nell’abilità umana unica di connettersi, empatizzare e adattarsi ai paesaggi emotivi sfumati degli individui, cosa che l’IA è ben lontana dal replicare.

Riflessioni finali

Riflettendo sull’articolo e sul discorso più ampio, è evidente che un approccio equilibrato è cruciale. Abbracciare l’IA per i suoi punti di forza, in particolare nel gestire aspetti logistici e basati sui dati del coaching, può liberare i coach a concentrarsi di più sul nucleo del loro lavoro: favorire la crescita emotiva, la resilienza e la trasformazione personale.

L’integrazione dell’IA nel coaching potrebbe non è una questione di sostituzione, ma di potenziamento.

Il futuro del coaching potrebbe ben includere una relazione simbiotica tra coach e strumenti IA, ciascuno sfruttando i propri punti di forza per facilitare esperienze di coaching più complete, accessibili ed efficienti. La sfida sta nel navigare questa integrazione senza perdere di vista l’essenza profondamente umana del coaching.

Concordo quindi con l’affermazione finale di Giovanna Giuffredi “Le macchine le governiamo noi umani, con il giusto equilibrio e armonia i coach riusciranno a servirsi della tecnologia per soddisfare i loro clienti“. La mia esperienza e la visione futura del coaching delineata evidenziano il potenziale dell’IA nel trasformare e potenziare la professione del coaching. Man mano che esploriamo questa nuova frontiera, è cruciale navigare con cura tra le opportunità offerte dalla tecnologia e il valore inestimabile dell’elemento della presenza umana nel coaching.

Riferimenti:

Come ridurre i pensieri ricorrenti, la rimuginazione e la ruminazione mentale

Pre-occuparsi significa occuparsi prima di una cosa che dovremo affrontare, poi.
più specificatamente e secondo un meta-studio sulle ricerche compiute dagli anni ’80 ad oggi sulla rimuginazione, i soggetti ansiosi tendono a rimuginare per questi principali motivi: ​​tranquillizzazione, o raffreddamento dell’ansia somatica («Ci penso tanto, ma sono meno agitato»), ​​soluzione dei problemi («Ci penso tanto per risolvere la causa delle mie preoccupazioni»), ​​distrazione da guai ancora peggiori («Mi serve a non pensare a cose ancora peggiori»), ​​scudo emozionale, preparazione al peggio («Così i guai non arriveranno senza che me lo aspetti, e mi spaventerò e/o soffrirò di meno»), ​​rimuginio ascopico («Non serve a niente, ma non riesco a non farlo»).

La ruminazione mentale è una forma di pensiero ossessivo che può portare a stress, ansia e depressione. Si verifica quando la mente si concentra continuamente su un problema o un evento passato, cercando di analizzarlo e risolverlo ripetutamente senza successo. Quando la ruminazione mentale diventa frequente e persistente, può diventare un problema serio per la salute mentale e il benessere psicologico. Tuttavia, ci sono modi per ridurre la ruminazione mentale e interrompere questo ciclo di pensieri negativi. Una strategia efficace per farlo è attraverso le attività di switch-off.

Le attività di switch-off sono attività che richiedono un’attenzione completa e che possono aiutare a distrarre la mente dalla ruminazione mentale. Queste attività possono variare da una breve passeggiata a una sessione di allenamento fisico, da ascoltare musica a fare un breve gioco di puzzle. L’idea è quella di scegliere un’attività che possa catturare l’attenzione del tuo cliente e che possa offrire una pausa dalla ruminazione mentale.

Tecniche per la gestione, riduzione, eliminazione della rimuginazione detta anche: ruminazione mentale

La ruminazione mentale può essere un problema comune per molte persone e ci sono diverse tecniche che potresti consigliare per aiutare a risolvere o ridurre questo problema. Ecco alcune opzioni che potresti considerare per ridurre la ruminazione mentale in modo efficace:

1. Identifica le situazioni che scatenano la ruminazione mentale

Aiuta il tuo cliente a identificare le situazioni che scatenano la ruminazione mentale. Questo può aiutare a prevenire la ruminazione mentale in futuro. Potrebbe essere utile tenere un diario in cui annotare le situazioni che scatenano la ruminazione mentale e le attività di switch-off che funzionano meglio per interromperla.

2. Pratica la consapevolezza

La pratica della consapevolezza può aiutare a diventare più consapevoli dei propri pensieri e a imparare a lasciarli andare senza giudizio. Invita il tuo cliente a praticare la consapevolezza attraverso la meditazione o la respirazione consapevole. La consapevolezza può aiutare a ridurre la ruminazione mentale a lungo termine.
L’attenzione consapevole può aiutare a prendere consapevolezza dei pensieri e delle emozioni senza giudicarli. Puoi incoraggiare il tuo cliente a praticare la mindfulness per diventare più consapevole dei propri pensieri e del modo in cui questi pensieri influiscono sulle sue emozioni e sul suo comportamento.

3. Focalizzati sull’azione

Concentrarsi sull’azione piuttosto che sui pensieri. L’idea è quella di creare una lista di attività che puoi svolgere quando la ruminazione mentale si presenta. In questo modo, la mente si concentrerà sull’azione piuttosto che tuoi pensieri.
L’esercizio fisico può aiutare a ridurre lo stress e l’ansia, che sono spesso associati alla ruminazione mentale. Puoi suggerire al tuo cliente di fare attività fisica regolarmente come camminare, correre o praticare yoga.

4. Mindfulness:

L’attenzione consapevole può aiutare a prendere consapevolezza dei pensieri e delle emozioni senza giudicarli. Puoi incoraggiare il tuo cliente a praticare la mindfulness per diventare più consapevole dei propri pensieri e del modo in cui questi pensieri influiscono sulle sue emozioni e sul suo comportamento.

5. Gestione dello stress:

La gestione dello stress può aiutare a ridurre l’ansia e la ruminazione mentale. Ci sono molte tecniche di gestione dello stress tra cui la respirazione profonda, la meditazione, il rilassamento muscolare progressivo e la visualizzazione.

6. Cambio di prospettiva:

Puoi aiutare il tuo cliente a guardare le cose da un punto di vista diverso, ad esempio, chiedendogli di pensare a cosa direbbe ad un amico che si trova nella sua stessa situazione.

7. Interventi cognitivi:

Puoi aiutare il tuo cliente a identificare e sfidare i pensieri negativi e distorsioni cognitive che possono alimentare la ruminazione mentale. Puoi insegnare al tuo cliente ad esempio come fare domande per valutare la veridicità di questi pensieri, oppure come riformulare i suoi pensieri in modo più positivo e realistico.

7. Parla con un amico o un professionista

Parlare con un amico o un professionista quando la ruminazione mentale diventa eccessiva. A volte, parlare con qualcuno può aiutare a ottenere una prospettiva diversa sul problema e trovare soluzioni migliori. Inoltre, il supporto sociale può aiutare a ridurre lo stress e migliorare il benessere emotivo.

La strategia “Switch-off activity

La strategia “Switch-off activity” può essere un’opzione utile per interrompere la ruminazione mentale e aiutare a cambiare il focus dell’attenzione. L’idea alla base di questa strategia è quella di impegnarsi in un’attività che richieda una concentrazione completa e che abbia poco o nulla a che fare con ciò che sta causando la ruminazione mentale.

Ad esempio, potresti impegnarsi in un’attività fisica intensa come una corsa o una sessione di allenamento (come sopra accennato), o impegnarsi in un’attività creativa come dipingere o scrivere. Questo tipo di attività può distrarre la mente dal pensiero ossessivo e aiutare a ridurre l’ansia e lo stress associati alla ruminazione.

Tuttavia, è importante sottolineare che la “Switch-off activity” non affronta direttamente le radici della ruminazione mentale. Questa strategia può essere utile come misura immediata per interrompere la ruminazione, ma è anche importante lavorare per sviluppare strategie a lungo termine per affrontare il pensiero ossessivo e prevenire la ruminazione mentale nel lungo termine.

Ci sono molte altre attività “Switch-off” che puoi suggerire ai tuoi clienti. Ecco alcune idee:

  • Scrivere un elenco di cose da fare per la giornata successiva
  • Fare una breve sessione di respirazione diaframmatica o di pranayama
  • Fare una passeggiata in natura e osservare gli elementi naturali come i fiori, gli alberi, i fiumi, ecc.
  • Fare una breve passeggiata e mi focalizzo sul mio respiro ​​
  • Lavarsi il viso con acqua fredda ​​
  • Fare 7 respiri diaframmatici profondi ​​
  • Ascolto un brano musicale ​​
  • Scrivo 3 cose per cui mi sento grato ​​Leggo una pagina di un libro ​​
  • Faccio un ciclo di 4 Box Breathing ​​
  • Mi dò una pacca sulla spalla e mi dico “va tutto bene, posso farcela” ​​
  • Faccio 10 flessioni o un minuto di plank ​​
  • Suono 10 minuti uno strumento musicale ​​Ecc. (puoi divertirti a creare e testare le tue attività switch-off)
  • Guardare un episodio di una serie TV o un film che piace
  • Fare stretching o yoga per 10-15 minuti
  • Chiamare un amico o un familiare per una breve chiacchierata
  • Fare un breve gioco di puzzle o di parole crociate
  • Preparare una tazza di tè o caffè e gustarlo con calma
  • Fare una breve meditazione guidata
  • Guardare fuori dalla finestra e osservare la natura o le persone che passano

Come vedi si tratta di attività semplici, qualunque cosa ti serva per spostarti, per fare quello switch-off che ti porta fuori dalla situazione di impasse e ti permetta di modificare completamente il tuo assetto mentale. L’idea è di trovare un’attività che possa catturare la tua attenzione e che possa offrire una pausa dalla ruminazione mentale. Ti suggerisco di sperimentare diverse attività e trovare quella che funziona meglio per loro.

Le attività di switch-off possono essere utilizzate come strategia immediata per interrompere la ruminazione mentale, ma è importante sviluppare strategie a lungo termine per affrontare il pensiero ossessivo e prevenire la ruminazione mentale nel lungo termine.

In sintesi, la ruminazione mentale può essere un problema serio per la salute mentale e il benessere psicologico. Tuttavia, ci sono molte strategie che possono aiutare a ridurla. Le attività di switch-off possono essere una strategia efficace per interrompere la ruminazione mentale, ma è importante lavorare con il cliente per sviluppare strategie a lungo termine per affrontare il pensiero ossessivo e prevenire la ruminazione mentale nel lungo periodo. Con l’aiuto di un professionista qualificato, il tuo cliente può imparare a gestire la ruminazione mentale e migliorare il benessere generale.

In questo articolo ho inteso esplorare questo argomento utilizzando Chat GPT (Generative Pre-trained Transformer). In questo modo potremmo ottenere due piccioni con una fava: creare un contenuto interessante per chi ha il tema di affrontare il tema de “La preoccupazione come pensieri ricorrenti e rimuginazione” e dimostrare l’utilità già attuale di un chatbot per la creazione di contenuti per coloro che sono interessati all’esplorazione degli sviluppi dell’Artificial Intelligence (vedi anche l’articolo Con Chat GPT la competenza da utilizzare nel “fare le domande” è il “pensiero critico” in cui è stato affrontato le potenzialità di Chat GPT per la trascrizione di articoli e per la professione di coaching).

Mantieni i tuoi pensieri positivi, perché i tuoi pensieri diventano parole. Mantieni le tue parole positive, perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti. Mantieni i tuoi comportamenti positivi, perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini. Mantieni le tue abitudini positive, perché le tue abitudini diventano i tuoi valori. Mantieni i tuoi valori positivi, perché i tuoi valori diventano il tuo destino. Mahatma Gandhi

Fonti utilizzate nel presente articolo:

  • RUMINAZIONE MENTALE – 10 strategie per smettere di pensare troppo e superare ansia e pensiero ossessivo di Roberto Ausilio
  • CHAT GPT: chat.openai.com