Il Permission Marketing secondo Seth Godin, appunti sull’”E-mail marketing”

Come sappiamo, gli utenti dei Social Network, non sono molto soddisfatti della pubblicità (l’adv online). Sembrano invece meno ostili se in cambio viene offerto loro qualcos’altro… l’acceso gratuito al sito, per esempio. Quando la pubblicità è invasiva, se interrompe qualcosa che si sta facendo, il sufler si indispettiche: è l’“interruption marketing”.

Con la fine del mercato di massa, l’attenzione dei consumatori si cattura con un nuovo modo di fare marketing, che deve diventare digitale e simbiotico“. L’aveva vista giusta Seth Godin (guru del marketing e vice presidente di Yahoo).

Goden oppone all’“interruption marketing” il “permission marketing” basato sul consenso, proponendo un modo diverso di fare marketing in Rete rispetto a quello tradizionale, illustrando questo nuovo approccio di marketing attraverso l’omonimo libro.

Il Permission Marketing, infatti, non assomiglia a quelle DEM – Direct E-mail Marketing, martellanti ed invasive che ha comportato il fallimente delle e-mail come strumento di comunicazione (quanto tempo perdiamo al giorno per evitare di leggere o per pulire la nostra posta dallo SPAM?), non si basa sulla comunicazione assillante da sconosciuti, tipico dell’Interruption Marketing, ma sull’approccio pull (è l’utente che ha deciso e/o concordato con l’azienda la profilazione e/o l’informazione che vuole avere), sull’avvicinamento graduale tra impresa e consumatore, tramite delle sessioni, definite da Godin “dates”, appuntamenti, dove di volta in volta l’azienda riceve dal potenziale cliente il permesso di comunicare. In cambio di questo permesso l’azienda fornisce all’utente, al potenziale cliente (prospect), in via gratuita, come risarcimento per l’attenttenzione, un servizio a lui utile, tipicamente sotto forma di informazioni e/o servizi online.

Vediamo, qui di seguito i contenuti principali del “Permssion marketing”, tratti dal libro di Godin:

  • In “Permssion marketing”, spiega perchè il marketing tradizionale, e la comunicazione classica d’impresa, siano in crisi.
  • Godin definisce con il termine “interruption marketing” (lo spot che irrompe nel nostro programma Tv preferito, la telefonata della società di ricerca o del venditore via cavo che disturbano la cena in famiglia, in generale i metodi pubblicitari tradizionali, dunque, sono – secondo l’autore – basati sulla speranza di distogliere la nostra attenzione da qualsiasi cosa stiamo facendo in quel momento…) il tentativo di porsi all’attenzione degli utenti attraverso un tipo di comunicazione invasiva, e che questo ha creato in modo rapido la saturazione dell’attenzione degli utenti.
  • Sempre secondo Godin, anche spendendo tantissimo per le campagne marketing, il risultato in Rete risulta modesto, proprio perchè risulta difficile attrarre l’attenzione di chi riceve le offerte.
  • Da queste premesse, Godin sostiene invece che deve essere l’utente a cercare il “dialogo” con l’azienda e assolutamente in modo volontario ed esplicito. Questa filosofia rappresenta il “Permission Marketing”
  • Attraverso questa filosofia, si crea uno scambio alla pari tra l’azienda e l’utente (cosa assolutamente impossibile attraverso i tradizionali sistemi di marketing), e questo permette da un lato all’utente di conoscere meglio l’azienda, e dall’atro permette all’azienda di conoscere i propri utenti e i loro gusti, soddisfazioni ed eventuali feedback sui prodotti e servizi.

Il Permission Marketing e le campagne di DEM – Direct e-mail marketing

Quanto sono considerate queste indicazioni SUL “Permssion marketing”, nelle attività di DEM – Direct e-mail marketing? Poco o ancora non a sufficienza. Il “Permission Marketing”, dovrebbe essere praticato nella gestione dell’efficacia della relazione azienda/cliente. Da un rapporto inizialmente invasivo difficilmente nasce una relazione alla pari.

Sempre secondo Godin, anche spendendo tantissimo per le campagne marketing (America On Line, il più grande provider del mondo, spende c.a. 300 dollari per acquisire ogni suo nuovo cliente, cifra ben al di sopra del prezzo del singolo abbonamento venduto…), il risultato in Rete risulta modesto, proprio perchè risulta difficile attrarre l’attenzione di chi riceve le offerte. Da queste premesse, Godin sostiene invece che deve essere l’utente a cercare il “dialogo” con l’azienda e assolutamente in modo volontario ed esplicito. Con il consenso dell’utente/cliente profilato al sito dell’azienda, per esempio, si crea uno scambio alla pari tra l’azienda e l’utente (cosa assolutamente impossibile attraverso i tradizionali sistemi di marketing), e questo permette da un lato all’utente di conoscere meglio l’azienda, e dall’atro permette all’azienda di conoscere i propri utenti e i loro gusti, soddisfazioni ed eventuali feedback sui prodotti e servizi

N.B.: Il libro di Godin ha, naturalmente, un apposito sito Web dove è possibile “scaricare” sul proprio
pc, gratuitamente, i primi quattro capitoli in cambio del proprio indirizzo di e-mail,

Leonardo Milan

Contatore utenti connessi

La Wish List (lista dei desideri) di un manager, qualche idea.

“… il bene, non designa ciò che è m oralmente ordinato, ma ciò che è vale nte, ciò che realizza ed è in grado di realizzare quanto compete…
Così l
’essere stesso, non in generale, ma in quanto idea, viene a collocarsi di fronte ad un <altro>, a qualcosa cui esso, l’essere, rimane rimandato.
L’idea più alta è il prototipo dei modelli… L’essere vero e proprio è l’idea” (Martin Heidegger).

Ieri sera un mio amico mi ha chiesto che lavoro faccio. Una volta ottenuta la risposta, a bruciapelo, mi ha chiesto che cosa  mi pi acerebbe fare. “quello che faccio”, ho risposto d’impulso.

Sollecitato dalla domanda “che cosa vorresti fare?”, provo ad articolare meglio la risposta, come se fosse la Wish List (lista dei desideri) di un manager…

ESSERE (e saper volere):

  • Partecipare allo sviluppo di un network aziendale, ricoprendo ruoli di project manager, di web management e di web marketing (q uello che sto già facendo).
  • A tal fine l’attività di consulenza (anche a supporto dell’impatto tecnologico e dell’integrazione delle attività di e-commerce e di e-business nelle a ziende) e di key manager per i clienti strategici, sarebbe una conseguenza della volontà di partecipazione sopra delineata.
  • L’essere manager (e anche intraprenditore), si dispiega nelle seguenti quattro possibilità di esser-ci.

DIVENIRE (e saper evolvere):

  • Ottenere una valorizzazione delle mie potenzialità professionali e consuenziali.
    Poter avviare una collaborazione con uno o più studi professionali di consulenza aziendale, anche al fine di creare referenze, networking e nuovi clienti.
  • Partecipare alla crescita del network aziendale come responsabile di un nodo (del network/rete), presidiante la gestione di team di sviluppo, dotati di spirito innovativo (… e pionieristico),

APPARIRE (e saper rappresentare):

  • Concorrere alla definizione dei processi e del  marketing mix dei nuovi prodotti/servizi, in modo che il valore erogato dai prodotti/servizi sia il più vicina possibile al valore percepito dai clienti del network aziendale con il quale collaboro.
  • Contribuire al (costante) miglioramento del profilo dell’immagine aziendale (marca e brend) del network aziendale.
  • Intervenire nei momenti relazionali, nei gruppi di discussione e nelle corrispondenze che possano referenziare il network aziendale.

PENSARE (e saper essere):

  • Partecipare allo sviluppo e stesura di progetti, proposte, ecc.
  • Mettere a disposizione i know how acquisito e le capacità di trovare (tentativamente) delle soluzioni ai problemi delle aziende clienti.
  • Per quanto riguarda l’esperienza, nell’Information tecnology, vale la seguente massima di Confucio:
    • L’esperienza è come una lanterna agganciata sulla schiena che illumina solo il cammino già fatto”.

DOVERE (e saper fare):

  • Collaborare proattivamente per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e concordati
  • Rispettare i vincoli e le condizioni aziendali che si verranno a determinare (senza limitazioni per la creatività, però)
  • Privilegiare gli obiettivi e le esigenze aziendali, rispetto alla cura dei propri tornaconti personali (…)

AVERE (e saper valere):

  • Anche se non sempre in contrapposizione con l’”essere” anche l’avere ha la sua importanza.
  • Il giusto riconoscimento di ruolo professionale
  • Un adeguato compenso economico proporzionato:
    • agli obiettivi previsti e concordati
    • al valore aggiunto apportato
    • alla qualità derivata
  • A tal fine tale “valore” deve:
    • Essere rilevato e conosciuto
    • Essere riconosciuto e corrisposto… adeguatamente