Ricerca McKinsey su informazioni e attività di progetto

Il 40% del tempo dedicato all’attività di progetto è utilizzato per produrre nuovamente informazioni già presenti in azienda, di cui non si conosce l’esistenza o si ha difficoltà a recuperare. Il restante 60% del tempo viene utilizzato per creare nuove informazioni e attività di progetto.

Nonostante le nuove tecnologie consentano già da tempo di generare, elaborare e condividere informazioni direttamente in formato digitale, le persone non sono ancora riuscite a liberarsi completamente dai compiti ripetitivi e dai vincoli spazio-temporali. Sistemi informativi diversi, ridondanza delle informazioni, difficoltà di distribuzione e di accesso hanno limitato l’affermazione delle potenzialità di persone e organizzazioni.

Ricerche condotte da importanti istituti d’Oltreoceano lo confermano: la principale difficoltà incontrata dalle aziende consiste nella gestione e nella condivisione efficiente delle informazioni.

Secondo una ricerca IDC, per esempio, un lavoratore perde in media al giorno il 30% del proprio tempo a cercare, chiedere e dare informazioni che già esistono in azienda, ma che per diversi motivi non sono facilmente recuperabili.

Dal canto suo, McKinsey Consulting ha dimostrato che circa il 40% del tempo per la realizzazione di nuovi progetti viene utilizzato per ricreare conoscenze che sono già parte del patrimonio aziendale.

Leonardo Milan

Innovazione come fattore di competitività

Delle due l’una: o l’innovazione (investimenti in ricerca e sviluppo, nuove tecnologie, ICT, ecc.) è il fattore che determina la competitività delle imprese, oppure l’innovazione è il parametro/paradigma dello stato di avanzamento e di salute di un’economia industriale.

Anch’io sostengo che l’innovazione sia il fattore determinante per la competitività: essere leader di costo (produzione competitiva nei costi dei prodotti/servizi) non è più un fattore trainante: questo tipo di produzione se non è ancora migrato, nel migliore dei casi si delocalizzerà nei paesi dell’est, in India, in Cina.

Gli investimenti: in Italia le imprese investono solamente lo 0,6% del fatturato il “innovazione” contro l’1,2% della media europea. Mancanza di risorse? Non solo, anche mancanza di volontà (e di cultura): le nostre imprese investono poco e male anche i 25 mila miliardi di €uro che il settore pubblico elargisce (il 2% del Pil).

In questo contesto le PMI (piccole e medie imprese italiane, la spina dorsale del nostro sistema impresa) ancora non hanno del tutto capito il valore della competitività ad alto valore aggiunto e supportata dall’innovazione. Per innovazione intendiamo anche il miglioramento sostanziale e repentino ottenuto attraverso una significativa mutazione novativa, strutturale, funzionale e tecnologica. Un utilizzo della tecnologia che non sia solamente di mero supporto alla filiera produttiva e di creazione del valore, ma che sia essa stessa valore, know how immateriale, competitivo e distintivo.

Un significativo parametro per riconoscere il percorso innovativo o meno nell’azienda è l’utilizzo della tecnologia e delle applicazioni web based (che si rifanno alla tecnologia web e internet).

Leonardo Milan