Non esistono cose urgenti, esistono persone in ritardo…

Riporto qui di seguito un post di un mio collega, Luca Minudel, che mi ha fatto riflettere… un po’….

<Mentre facevo consulenza in una assicurazione mi sono trovato nel mezzo dell’esercitazione aziendale anti incendio.
Senza preavviso è partito l’allarme , un segnale sonoro, la luce dei lampeggianti e dagli altoparlanti le indicazioni per sgomberare in modo ordinato l’edificio. Una lunga fila verso la porta di sicurezza.
Prima di tutto la cavalleria e lascio passare la bella assicuratrice di Trieste  – Janky mi maledirebbe se avessi fatto altrimenti – quindi sarà l’abitudine a ragionare o più facilmente l’esperienza delle faticose scalate in mountain bike che abituano a pensare a risorse finite (gambe e fiato): mi guardo intorno e vedo un’altra uscita di sicurezza praticamente libera. Lascio la fila e in un attimo sono sul punto di ritrovo nel piazzale.
Tutto quel agitarsi, quel fare apparentemente operoso verso la fila d’uscita era entropia. Il punto per cavarsela consisteva nel dividersi tra le porte di sicurezza accessibili.
Stare sull’attenti, correre e scattare prontamente fa bella scena e potrebbe non essere una soluzione.
Mi viene in mente queste massima letta sulla porta dell’ufficio di un cliente

Non esistono cose urgenti, esistono persone in ritardo

Anche in questo caso  è possibile correre, scattare e agitarsi oppure accettare che il tempo è una risorsa finita non si comprime ne si dilata quindi fermarsi a pensare come usarlo al meglio. Che traduco nella massima:

Gestisci il prevedibile e preparati a reagire all’imprevedibile oppure subisci gli eventi

I metodi agili suggeriscono: quando il tempo non basta riduci lo scope e aumenta la qualità (se la riduci le cose andranno ancora peggio).>

Noto una sintonia con la massima del mio blog “Ci sono tre tipi di Aziende: quelle che determinano ciò che accadrà; quelle che tengono conto di ciò che accade e… …quelle che si meravigliano di ciò che è accaduto.”

Un commento ad un post…

Riporto qui di seguito un breve commento ad un post (vedi: ) di un mio ex collega.
Ciao, Andrea,
nel citare il “tuo team”, ti sei dimenticato di me, di Matteo Strada, di Andrea Salvadori e di Davide Vernole. Facevamo parte tutti di un unico team che ha progettato e sviluppato l’interfaccia di alcune funzionalità di un CRM e messo le basi per un enterprise portal.
Come ci siamo detti nel nostro commiato, i lavori cambiano, le persone e le professionalità … ed i rapporti umani restano.
Per il resto … ho sottomano un paio di citazioni che mi sono utili in questo momento. Te le riporto a stretto giro:
<… Nel momento in cui lasci che la prevenzione dell’insuccesso diventi una tua motivazione principale, stati prendendo la strada dell’inattività. Puoi inciampare solo se stai camminando> (R. Goizueta)
<Avevamo sbagliato tutto… Quel che ci salvò fu la nostra disponibilità ad ammettere che avevamo sbagliato e la nostra capacità di passare rapidamente a un’altra idea.> (A. Roddick).

In bocca al lupo.

Leonardo Milan