Le community ed i micromercati sul web
Christopher Locke, dal Cluetrain al Gonzo Marketing, il libro che ha l’intenzione di sovvertire i modelli tradizionali, ma anche quelli innovativi come “Permission Marketing”. Il titolo è già molto eloquente: “Gonzo Marketing. Vincere negli affari dando il peggio di sé”
- Con il nuovo libro, Locke non si discosta molto dalle tesi del Cluetrain, ovvero mette al centro di tutto le persone e le conversazioni che queste generano (creando di fatto il mercato).
- Tra i punti fondamentali Locke intende la Rete come mezzo per mettere in contatto persone (individui pensanti) e non “tubi catodici” come ama definire il pubblico televisivo.
- L’idea di “Gonzo”, puo’ essere vista in questo modo, ovvero, le persone si riuniscono sempre di più intorno a siti e comunità dove possono condividere passioni, interessi e valori.
- Di solito questi siti non sono quelli aziendali, dove la comunicazione è quasi inesistente, ma organizzati e gestiti da persone reali, molto più divertenti e attendibili di chi è dietro ai siti aziendali.
- Da qui ne nasce un’idea di virtual community o web community come un nuovo modo per interpretare le esigenze degli utenti e clienti, abbandonando pretese commerciali (almeno nell’immediato).In questo modo si creano i micromercati, qualcosa di molto diverso da quelli interessanti dal mass market.
- La vera differenza tra i mercati è l’origine stessa del mercato, ovvero le aziende intendono creare i mercati dall’alto, i micromercati invece nascono dal basso.
- Da queste premesse nasce l’idea di “Gonzo Marketing”, ovvero creare strutture interne alle aziende, ma dove i veri attori sono i dipendenti, dove possono parlare liberamente e di tutto quello che vogliono, creando una grande comunità fatta di persone “vere”.
- Ciò può avvenire non solo attraverso i forum ma attraverso forme di auto-gestione delle pagine e/o dei siti dedicati alla community, creando formi di comunicazione dal basso.
- Oltre alle strutture interne, il modello “Gonzo” prevede che le aziende sostengano i vari micromercati sparsi per la Rete, non acquistandoli, ma sostenendoli con delle sottoscrizioni, o con offerte particolari, senza mai intervenire sui contenuti, lasciando intatta la credibilità delle varie comunità.
- Questo modello, di fatti, premierebbe soprattutto le grosse aziende, quelle con moltissimi dipendenti e in più nazioni.
- Anche in questo libro Locke risulta molto esagerato nei termini e nella filosofia, spesso utopistica. Ma è anche vero che si possono trarre degli spunti molto importanti, come lo è stato il Cluetrain Manifesto per siti diventati importanti come “Esperya”.
- Tra gli spunti utili possiamo includere:
- Parlare agli utenti/clienti in modo “normale”, ovvero senza l’impostazione burocratica aziendale, ma da persona a persona.
- Evitare di essere scorretti, e dire sempre la verità sui propri prodotti, in Rete è facilissimo perdere credibilità, le informazioni viaggiano molto veloci.
- Promettere sempre quello di cui si è certo di poter mantenere, in Rete anche un solo cliente insoddisfatto puo’ creare molti danni alla propria immagine, infatti esistono molti luoghi dove poter esprimere le proprie insoddisfazioni e lamentele.
Anche in questa riflessione, come nel precedente post “Appunti sull’”E-mail marketing”: Il Permission Marketing secondo Seth Godin”, occorre che le aziende riflettano su se stesse e sulle proprie politiche di relationship con gli utenti e con la clientela…