Social Economy. L’economia che aumenta la produttivita’ attraverso la collaborazione

Siamo in crisi, giusto? Le HR (direzioni delle risorse umane aziendali) sono sempre più coinvolte pressanti le richieste di miglioramento dell’efficienza delle attività operative. per il recupero di questa efficienza le attività formative di addestramento (quelle erogate a pacchetto, tanto per capirci), sono sempre più inadeguate per far fronte a questa pressante richiesta.
imageL’innovazione necessaria, per le aziende che vogliono esserci ancora tra 4-5 anni, deve poter unire questi due fattori che suonano come emergenze apparentemente divaricate:

  • Apprendimento strategico (la c.d. learning organisation): rinnovamento della cultura, della governance e del management (spesso inadeguato)
  • Innovazione di processo: la produttività come strumento di cambiamento e trasformazione aziendale

La sfida per le aziende, non solo per la gestione delle risorse umane, è quella di rispondere in modo convergente a queste due emergenze: la sfida è unire l’apprendimento all’innovazione! Lo sviluppo delle performance aziendali sono senza dubbio oggetto di attività riassumibili nel Corporate Coaching (che in questo articolo non approfondisco), ma la la direzione di questa convergenza non può che considerare le HR 2.0 nel Social Business e in tutto quello che ormai possiamo includere nella Social Economy.
Nel tema dell’HR 2.0, in questo articolo riporto a sostegno delle tesi sopra riportate, alcuni grafici di un’analisi svolta dalla McKinsey. 
Questi grafici si rifanno al mercato mondiale, ma tengono conto dei trend più rilevanti… che segnano una distanza tra queste tendenze ed il nostro asfittico mercato domestico. La  Social Economy, ovvero, il mondo che sta dentro e (soprattutto) fuori dell’azienda che si avvale delle Social Technologies (traduzione: tecnologie che incrementano la collaborazione e che utilizzano i Social Network, blog, wiki, document sharing, ecc.) «aumenterebbe la produttività dei lavoratori della conoscenza altamente qualificati, decisivi per i risultati e la crescita nel XXI secolo, dal 20 al 25 per cento». Perché non vengono adottate in massa? La risposta la sapete già, perché la mentalità, la cultura e le abitudini manageriali (controllo+compiti) mutano molto più lentamente delle tecnologie e della loro relativa adozione da parte degli utenti/consumer.
Ecco un primo grafico che dimostra questo assunto su scala mondiale, in Italia il grafico dei dipendenti e collaboratori aziendali (employees) andrebbe ulteriormente ridimensionato:

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Le 10 Social Technologies che aggiungono valore ali processi aziendali

Sottolineo le aree funzionali aziendali che sono interessate dalle Social Technologies oltre al marketing (è scontato che quest’area si coinvolta nei processi relazionali dei socia network …):

  • Sviluppo prodotti: co-creazione di prodotti ed i suggerimenti e indicazioni che provengono dal customer insights (vedi anche un mio articolo: Dalla Brand Reputation al Customer Insight. Approcci che si evolvono nei tempi delle crisi)
  • Produzione e distribuzione: una leva per la previsione (tendenze9 e per il monitoraggio (successo di un prodotto e reputation)
  • Servizi di supporto al cliente (customer service): le aziende che si avvalgono ancora solo del telefono o delle email potrebbero tenere in considerazione il fatto che quando le Social Technologies non sono adeguatamente sviluppate dall’azienda … nel migliore dei casi sono i clienti che si auto-organizzano dei forum per rispondere alle richieste degli utenti

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L’impatto della Social Economy con la produttività aziendale

In uno scenario in cui il 50-60% delle aziende nostrane hanno policy restrittive nell’utilizzo dei Social Network in azienda, riporto anche un grafico che mette in evidenza (invece), l’impatto sulla produttività, ottimizzando efficienza (tempo) ed efficacia (risultati):

  • Email aziendali
    • Il Social network interno consente una maggiore produttività (del 25-30%) rispetto alla lettura e risposta nelle email aziendali (dopo la terza interazione tra email con più di due persone è difficile venirne a capo…)
  • Ricerca e raccolta delle informazioni (+30-35%). Ho visto aziende che ancora oggi raccolgono le informazioni degli utenti in cartelle/utenti condivise, come si poteva fare già 10-12 anni fa.
  • Comunicazione e collaborazione interna. La produttività qui si incrementa del 25-30%

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Con questo grafico si evidenzia la correlazione che c’è tra il livello dell’interazione tra gli utenti aziendali e l’incremento dei livelli di performance.

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Anche qui sotto riporto un grafico che riporta il diverso grado di adozione tra le aziende delle Social Technologies, all’interno e/o all’esterno dell’azienda (aspetto, quest’ultimo, che assorbe la quasi totale attenzione degli addetti ai lavori …)

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Fonti immagini e grafici:
– MCKinsey
– Marcominghetti.nova100.ilsole24ore.com

Processi aziendali e integrazione di un CRM

Nella mia passata esperienza professionale mi sono sempre imbattuto nella credenza e nella speranza che l’adozione di uno strumento tecnologico, per quanto sofisticato e invasivo come il CRM, possa da solo risolvere i problemi di un’azienda in ordine alla relationship con la clientela (acquisita e potenziale).
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L’adozione di un CRM comporta certamente dei vantaggi soprattutto se si integra con i processi aziendali. Riporto qui di seguito un’introduzione e poi la successiva presentazione pubblicata su Slideshare.

L’integrazione informativa

  • Integrazione dei canali e dei punti di contatto
    Una sola versione della storia del cliente
    Una sola fonte (Customer DataBase e repository), un solo ambiente per cercare i dati e le informazioni del cliente
    Consistenza, rilevanza e tracciabilità delle informazioni, dei problemi e delle esigenze dei clienti
  • Conoscere per decidere
    Le analisi sugli andamenti delle vendite, del ciclo di vita, del valore della clientela servono per comprendere lo stato della relationship ma, soprattutto, per prendere le decisioni necessarie
  • Accessibilità profilata
    Condivisione delle informazioni a più livelli, ogni utente ha le informazioni necessarie per conoscere e operare
    La tecnologia è un fattore abilitante: è un punto di partenza non un punto di arrivo

Ritorni economici derivati dall’utilizzo del CRM

  • imageIl CRM è:
    • Una strategia aziendale volta a valorizzare la relazione con la clientela
      È tutta l’azienda che diventa client oriented: il CRM supporta questo orientament
      Gli obiettivi di valorizzazione della relazione consentono anche il raggiungimento di ottimizzazione e risparmi considerevoli.
    • L’utilizzo di strumenti tecnologici
  • Ritorno economico derivato dall’utilizzo del CRM (strategia + strumenti):
    • Riduzione dei costi:
      per l’ottenimento di analisi e report sull’andamento delle relazioni con la clientela (vendite, interventi assistenza, costi commerciali e promozionali, ecc.)
      di utilizzo dell’e-mail e delle comunicazioni interne tradizionali (relazioni, invio files, ecc.)
      dei vari sistemi software che surrogano l’assenza del CRM (repository, fax, riunioni, ecc.)
      delle continue manipolazioni dei files, delle mailing dei contatti, ecc.
      commerciali (occorrono minori attività di back office) e delle vendite
    • Caricamento automatico dei nominativi prospect
    • Normalizzazione e distribuzione profilata delle anagrafiche
      Geolocalizzazone automatica dei target sul territorio 
    • Maggiore produttività degli operatori dedicati al marketing, alle vendite ed all’assistenza

Ecco la presentazione completa pubblicata su Slideshare nel mio account: www.slideshare.net/leonardo.milan: