Dal team alla community. Reti informali e comportamento innovativo

Team-communityProseguendo il tema affrontato nell’articolo Network interni alle aziende. Reti informali e comportamento innovativo, anch’io come molti altri miei colleghi, insisto nel dimensionare la tecnologia in un ruolo abilitante e neutro. La rete internet, gli strumenti di Social Business[1] e in particolare servizi di team Work e di Social Networking utilizzabili all’interno dell’azienda sono quindi da utilizzare dopo il consolidamento della partecipazione e dello stile di leadership?
Dieri di sì, anche se ciò dipende dalla cultura aziendale, dal tipo di azienda, ecc. come vedremo nel capitolo successivo.

In ogni caso possiamo affermare che la tecnologia sociale (la social technology che include gli strumenti collaborativi e di Social Business), in un’azienda manifesta queste delimitazioni e peculiarità:

  • imageGli strumenti della tecnologia sociale e collaborativa non sminuiscono l’importanza della conoscenza diretta tra le persone e non pre-costituisce le relazioni forti.
    • Queste relazioni hanno sempre bisogno di prevalenti connessioni sincrone (incontro, telefono, chat, ecc.).
    • È vero però che è dalla rete delle connessioni deboli che può prevenire la diversità, la novità, l’informazione non ridondante: l’innovazione!
    • Queste connessioni deboli, attraverso la tecnologia sociale asincrona (micro-blog, commento, messaggio, ecc.), possono però comunicare in modo veloce e sintetico, senza investimenti emotivi nella gestione in real time di una relazione, senza l’attesa (sincrona) del feedback, con tutti i coinvolgimenti empatici e relazionali del caso, nel rispetto dei tempi e della disponibilità del collega.
  • imageLa tecnologia sociale non genera la fiducia e la stima tra i partecipanti connessi alla rete tecnologica, ma si avvale della relazione interpersonale già costituita nel team, per abilitare una migliore condivisione dell’informazione
  • La tecnologia sociale non crea le reti informali, le può solo mappare, consolidare e potenziare abilitando le connessioni nella dimensione della frequenza e dell’intensità: prima viene la rete relazionale poi la rete abilitata dalla tecnologica. Abbiamo visto che sono le reti informali e non la rete tecnologica (internet, web, i servizi di Social Business, ecc.) a rendere inadeguata quando non efficace l’organizzazione formale.
  • La tecnologia sociale non si sostituisce alla leadership naturale (già presente nelle reti informali), ma le consente di esercitare più apertamente la propria influenza, sempre che lo stile di leadership dell’azienda lo consenta (…) dando sempre il sostegno alla discussione delle idee, alla trasparenza …
  • imageLa tecnologia sociale non precostituisce nell’individuo la dimensione creativa della collaborazione nel team di lavoro e il clima organizzativo che consente di coltivare tale collaborazione, ad esempio[2]:
    • La percezione di lavorare in un gruppo di lavoro supportivo e intellettualmente stimolante
    • Chiarezza degli obiettivi e delle aspettative riguardanti la performance creativa
    • Creare policy che consentano ai dipendenti di avere autonomia e libertà nello svolgere il proprio lavoro
    • Fare in modo che la partecipazione sia incoraggiata e supportata, e che la comunicazione tra pari e tra superiori e subordinati sia chiara, aperta e efficace
  • imageLa tecnologia, più in generale, quando incentrata prevalentemente sui tradizionali strumenti ICT e di pianificazione aziendale (Software Gestionale ed Enterprise Resource Planning, ecc.) consente una gestione codificata della conoscenza che potremmo chiamare people to document, rileva con difficoltà quegli aspetti creativi, relazionali e innovativi che avvengono nei processi reali.
  • Per questo l’azienda, una volta strutturato il giusto gli aspetti ICT, deve poter dare spazio al capitale umano e relazionale[3] di cui dispone, a quella conoscenza che è trasmessa nelle modalità che abbiamo affrontato nei capitoli precedenti e che potremmo definire people to people

Note:
[1] Strumenti di Social Business: Social Network e Community (es.: bacheca, forum, wiki, micro blogging, ecc.), Mobile Workspace (es.: servizi di comunicazione e collaborazione mobile), Unified Communication & Collaboration (es.: Team Work-Project Centric Collaboration, Live Collaboration chat, instant messagging, ecc.) Rich Enterprise Communication (es.: document management, RSS, user configurable portals, ecc.)
[2] Tratto da “Le 14 dimensioni del clima per la creatività” Hunter, Bedell & Mumford – 2007
[3] (Alberto F. de Toni, 2012) pag. 314-319

Internet in Italia, un paese arretrato nella rete ma che è avanti nel mobile

imageSono andato un po’ a curiosare in rete per avere aggiornamenti circa la diffusione di internet e dei Social Network in Italia. Ho prestato attenzione anche alle due peculiari caratteristiche del digitale italico:

  1. Una forte diffusione del mobile (leggi smartphone e touchphone), che trainerebbe l’utilizzo di internet a scapito di una banda larga poco performante e non molto diffusa in tutte le aree geografiche (vedi: digital divide)
  2. Un’alta penetrazione, percentuale di presenza nei social network (soprattutto Facebook), rispetto al totale del popolo di navigatori.

Queste due macro-tendenze anche nel 2013 (che  riprendono i dati ed i parametri degli anni precedenti), risultano confermate. Da questa situazione ne esce un quadro quasi drammatico, se confrontato con i ritardi da parte delle aziende e delle PMI in particolare:

  • Nell’adozione dei Social Media come strumento di ascolto e fidelizzazione dei propri clienti (per l’acquisizione di nuovi clienti i Social non sono lo strumento più adatto…)
  • Nell’utilizzo interno delle social technologies, per i processi di condivisione del know-how (vedi Social Business, ampliamente trattato in questo blog, soprattutto in versione collaborativa…, vedi anche Hype Cycle di Gartner riportato infondo a questo articolo) 

Questo articolo approfondisce il precedente Quanto tempo stiamo in rete e che cosa facciamo con i social, che si basava su di un’infografica e su dati internazionali… In un prossimo articolo approfondirò anche un GAP, un’arretratezza delle PMI anche nel campo del buon vecchio Web Marketing, il che è tutto dire. Vediamo la rilevazione che ho fatto. Mi scuso per eventuali incompletezze, ma ho fatto il match tra diverse fonti…

La presenza di internet e del mobile in Italia

Vediamo alcuni dati sulla presenza di internet in Italia (fonte Audiweb 2013 e Eurispes 2013):

  • imageSono oltre 68,2% delle famiglie italiane (14,8 milioni) dichiara di disporre di un accesso a internet da casa attraverso computer, e ben 37,8 milioni gli italiani che navigano in internet e ci stanno per circa 1 ora e 23 minuti. Il maggiore tasso di utilizzo di internet è peri al 100% tra i dirigenti, quadri e docenti universitari seguito dai giovani, il  94% degli 11-34enni.
  • Che cosa fanno gli italiani su Internet? Ecco un dettaglio:
    • Il 97,1 % invia e riceve e-mail regolarmente
    • il 60,6% guarda video su YouTube
    • il 50% consulta regolarmente uno o più blog
    • il 45,2% chatta con amici e colleghi
    • il 40,6% si intrattiene nei videogame online
    • il 38,3% scarica filmati, video, musica o giochi musica
    • il 35,6% legge e scrive sui forum.
  • L’accesso via mobile, è di 17,9 milioni di persone che dichiarano di poter accedere a internet da telefono cellulare/smartphone (il 38% degli 11-74enni), e 3,7 milioni da tablet (il 7,8% dei casi).
    • Solo 6,6 milioni però hanno scaricato almeno applicazioni, le App mobile (di cui il 77% gratuite)
  • imageOltre l’80% dei navigatori utilizza i social network, per cui significa che il 23-24 milioni di italiani (un terzo di tutta la popolazione), abita anche nei Social Media. In particolare per i Social Network:
    • Facebook si conferma con ampio margine il Social Network più diffuso anche in Italia: lo usa il 97,3% (22,8 milioni) dei navigatori che partecipano a Social Network.
    • Twitter si conferma al secondo posto usato da quasi un soggetto su 3 (31,7%). Bisogna vedere poi quanti lo utilizzano attivamente
    • Al terzo posto si classifica Linkedin (16,1%)
  • Come va l’eCommerce? Ecco un estratto del rapporto 2013:
    • Il 29% degli Italiani cerca info su Internet prima di andare in negozio, il 23% compra dopo aver letto un giudizio positivo, il 21% non compra dopo aver letto commenti negativi (fonte: Nielsen)
    • Il 57% dei navigatori abituali è iscritto ad almeno un gruppo d’acquisto (es.: Groupon).
      In particolare, il 29,6% ha fatto anche concretamente acquisti attraverso uno di questi gruppi:
      • I prodotti/servizi più acquistati tramite gruppi online sono:
        i pasti (pranzi, cene, aperitivi), comprati dalla metà di chi ha fatto acquisti;
        seguono la tecnologia: apparecchiature tecnologiche (41,2%),
        trattamenti estetici e pacchetti benessere (40,3%), viaggi (39,2%).
    • il 27,4% si è invece fermato all’iscrizione senza fare acquisti con i gruppi di acquisto
    • Il 26% ha acquistato biglietti per spettacoli/mostre, il 20,3% visite mediche, il 17,5% corsi, il 17,1% prodotti alimentari. Il 17,3% ha comprato altri prodotti/servizi.

Altri grafici sull’utilizzo di Internet e dei Social network in Italia

Un altro grafico riporta la crescita degli investimenti pubblicitari, a livello globale: 1. la TV; 2. i Giornali; 3. Internet. 
L’indice del cambiamento è il mondo dei media (fonte: Osservatorio New Media & New Internet del Politecnico di Milano):

  • il calo degli introiti, in un mercato che vale complessivamente 16,7 miliardi di euro, contro i 16,9 dello scorso anno, è dell’uno per cento: una sostanziale "tenuta", frutto però di dinamiche contradditorie.
  • Se è fenomeno noto il calo di lettori, spettatori e inserzionisti che riguarda carta stampata e televisione tradizionale – malgrado possano contare ancora su un giro d’affari da 11,4 miliardi di euro – anche nel digitale non tutto brilla:
    dei 5,3 miliardi prodotti dai nuovi media, 3,8 sono infatti appannaggio del digitale terrestre e della tv satellitare che però continua a proporre un modello inadatto, e quindi a perdere spettatori

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Penetrazione dei Social Network: l’Italia batte gli Stati Uniti!

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Mentre la popolazione mondiale cresce di 3 persone al secondo, nello stesso attimo vengono venduti 38 dispositivi mobile  (fonte: LiMo Foundation)

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Ecco un tabella sintetica di come internet influenza i comportamenti e le decisioni di acquisto: vacanze, tecnologie e mobile più assicurazioni sono oltre il 50%.

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Prospettive e trend per la Social Collaboration

Come si concilia la prospettiva business di tutta questa potenzialità del web e dei social network?
Gartner ha rivelato la sua ultima ‘Hype Cycle’ del 2013 – una serie di relazioni che offrono una rappresentazione grafica della maturità e l’adozione di tecnologie – concentrandosi sulla Social Collaboration nelle imprese. Essa mostra che l’uso di tecnologie sociali per soddisfare le esigenze di business è in aumento con crescenti aspettative della loro efficacia.

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