Manager senza schemi

<<Il 2006 segna una ripresa mercato della ricerca e selezione di manager e dovrebbe chiudere con una crescita del 5 per cento>>, si legge in un articolo di Affari e Finanza di Repubblica. È un previsione della Orga Executive Search, struttura specializzata nella ricerca di top manager.

Le figure manageriali più richieste sono:
– soprattutto nell’area marketing e commerciale (circa il 48 per cento delle ricerche)
– nel controllo di gestione (26 per cento).

Fin qui non è una grande novità: da che mondo è mondo la figura più richiesta è quella dell’area commerciale, ritenuta cruciale per raggiungere l’obiettivo di aumentare vendite e fatturato.

Sta di fatto che i dirigenti cercati dalle imprese hanno subito una metamorfosi genetica: non si cercano più persone tranquille e prevedibili, routinarie, che pianificano II loro lavoro, ma, come spiega Girolamo Frisina, amministratore delegato di Orga, <<persone senza orario, senza schemi, che si muovono con grande autonomia e creatività, focalizzatti sugli obbiettivi, tenaci e resistenti. Insomma, manager pronti a “missioni impossibili” che accettano Incentivi legati ai risultati fino al 40 per cento della retribuzione fìssa>>

L'innovazione e l'interazione manageriale nelle lobbies

Riporto qui di seguito uno schema sulle principali AREE di interazione e di collaborazione

S’intende come “potenziale” la collaborazione. Senza il confronto e la reciproca conoscenza, queste “aree di interazione” possono essere, inizialmente, “aree in sovrapposizione” e in concorrenza soprattutto nei confronti delle AZIENDE.

Lo schema sopra riportato non tiene conto del posizionamento e della collocazione dei soci top manager, marketing manager delle aziende, le quali a loro volta possono abbracciare i settori manifatturieri, dei servizi, ecc.

La lobby come “neworking”.

È noto che la creazione di una comunità/club possa rappresentare una leva competitiva nel marketing relazionale. Il valore di una consulenza di altri soci – che potranno diventare partner/consulenti – che hanno già affrontato e superato un problema o che abbia una preparazione complementare rappresenta un reale “valore aggiunto”.

La lobby è una rete di relazioni: è un “network orizzontale non competitivo”. È questo il “valore aggiunto” . Occorre verificare quanto questo valore si è già diffuso tra i soci, quanto sia potenzialmente espandibile e con quali strumenti.

L’altro scopo della lobby è quello di accrescere il proprio il proprio know how, partecipando alle attività di lobby e con l’opportunità di sviluppare rapporti con altri professionisti del settore.

Leonardo Milan