Una discussione sulla pertinenza SEO in ambito Social Media Marketing

imageRiporto qui di seguito una discussione nata in questo gruppo ne è nato un post per riflettere sul valore semantico dei termini che si usano nel web e sull’importanza della conversazione e della condivisione… mi sembra giusto quindi condividerlo …

Arrivo un po’ in ritardo nella discussione ma ho avuto tempo solo ora di leggere l’articolo di Enrico Bisetto Social Media Marketer: ci fai o ci SEO?. Condivido lo spirito del suo post ma mi sono perso la “discussione” incriminata (che generando ulteriore discussione mi sembra comunque proficua). Provo a sintetizzare il mio punto di vista:

– La discussione è avvenuta sulla “pertinenza” di un’argomentazione SEO – Search Engine Optimization nel gruppo Social Media Marketing. Le obiezioni sollevate, credo, riguardino dunque la “pertinenza” di un intervento SEO – Search Engine Optimization in ambito SMM – Social Media Marketing.

– Mi sembra che le reazioni di “chiusura” gruppo (o percepite come tali) da parte dei componenti di questo siano totalmente fuori luogo (come sostiene Enrico) per i seguenti motivi:

  1. In ambito SEO ci sono, da almeno due anni, validissimi contributi riguardanti le tematiche SMM che vanno sotto l’etichetta SMO Social Media Optimization
  2. imageConosco le persone che si occupano di SEO e le ritengo, pur dalla loro derivazione tecnica, persone in grado di capire le basi del web e della sua architettura e analizzare gli aspetti “fondamentali” del web e con costante approccio sperimentale dovuto alle costanti evoluzioni della “search” (io stesso uso l’analisi SEO come approccio preliminare a qualsiasi progetto web, dall’1.0 in su)
  3. L’intervento di un SEO (aldilà del contenuto del suo intervento) è da salutare con gioia e entusiasmo in un gruppo SMM sia in termini di “contaminazione” sia per sottolineare quanto i Social Network siano diventati sempre più importanti, tant’è che i motori di ricerca “li stanno “rincorrendo” e Google è in ritardo rispetto a Bing (che ha fatto l’accordo con Facebook…)
  4. Auspico, addirittura che operatori o “esperti” di SMM vadano a discutere con i colleghi SEO nei tanti luoghi di confronto e discussione che i SEO hanno creato nel corso di questi anni.

Gli esperti SEO vanno quindi “invitati” nelle discussioni SMM: mi piacerebbe che questo gruppo (del quale faccio parte solo da meno di una settimana) si evolvesse sempre di più nelle “contaminazioni” piuttosto che nelle “pertinenze”. Il Social Media Marketing è pervasivo e onnivoro, votato a condizionare il Marketing tout court e in grado, quindi di “comprendere” anche le tematiche SEO …

Flusso dei messaggi, entropia. Immediatezza e dispersione nei Social Network

Empatia: l’esperienza di flusso nei Social Network

imageChe cos’è che appaga nell’utilizzo di Facebook, Twitter e i Social Media in generale? L’esperienza di flusso (flow), in grado di fornire una ricompensa agli utenti, un senso di appartenenza, di esserci, di esplorare le storie degli amici, dei contatti. Un’esperienza che ci spinge dal salotto della TV al bar degli amici… Ci si sente compresi, non isolati… ci identifichiamo anche per le relazioni che abbiamo…
”L’umanità è naturalmente collaborativa, come dimostra la scoperta dei neuroni-specchio, dice Rifkin. Ma la struttura che ha creato per collaborare è tecnicamente entropica. La contraddizione si scioglie solo facendo un passo avanti nell’empatia. Un passo epocale” (fonte: Luca De Biase, in un commento del libro “Civiltà dell’empatia”).

Facciamo più fatica a selezionare dieci fonti informative che tre e, per farlo, facciamo ricorso alla nostra esperienza/memoria: nei Social Network riduciamo questo stress attraverso la fiducia nella fonte. Se l’informazione/consiglio ci viene da un amico, si attivano i neuroni-specchio dell’empatia. Ecco spiegato il meccanismo del passaparola in due righe…

E’ un’economia dell’attenzione, dunque che si sta consolidando nella costruzione delle reti sociali attraverso i Social Network… che si integra con l’economia della felicità, basata sul dono, sulla fiducia: sui beni relazionali, intangibili.
L’attività di Social Media Marketing interseca la comunicazione in questa economia dell’attenzione:

  • scommette sulle relazioni tra pari e sulla possibilità che le aziende/brand possano inserirsi (il come è un’altra storia…)
  • s’intromette in questa esperienza di flusso innescando un passaparola positivo sui prodotti/servizi… i beni posizionali, che sostengono lo status sociale delle persone:

L’intrecciarsi delle conversazioni nei Social Network con i processi di acquisto e del passaparola credo sia la nuova frontiera del marketing senza aggettivi (e senza panacee…).

La timeline: il senso di dispersione e di sovrapposizione

imageAll’empatia si contrappone, però (ed è questo il paradosso sottolineato Rifkin e ripreso da De Biase), l’Entropia: un senso crescente senso di frammentazione e di sovrapposizione informativa dei micro contenuti… che ci fa sentire con l’ansia dell’aggiornamento, della news dell’ultima ora…

Cresce nel tempo il senso di dispersione che provo nell’utilizzo (non molto esasperato) del micro-blogging soprattutto su Twitter. Posto circa 10-15 tweet al giorno (lavorativo), alla mattina e in qualche pausa di lavoro.
Devo dire che la relationship con i social-friends è piacevole e dà quell’esperienza di flusso, prima accennata, che è tipica dei Social Network: la sensazione di partecipare ad una rete dove l’identità (digitale) è riconosciuta e le informazioni condivise. Ma non è di questo che volevo parlare.

Volevo approfondire gli aspetti dell’entropia e della relativa dispersione che è insita nel microblogging, la rapidità con cui l’informazione si consuma nelle timeline di Twitter e nelle bacheche di Facebook (già corrette con il Facebook EdgeRank…), in un flusso incessante di messaggi, link, commenti, stimoli… 

Basta avere 100 following/amici per ritrovarsi, dopo qualche ora, a guardare solo gli ultimi post arrivati, con il risultato di disperdere gran parte dei contributi postati. L’obiezione è “basta che filtri il tutto con liste appropriate…”, già. Sono convinto che l’information ranking attraverso la selezione degli amici, dei contatti, dei follow, delle liste, dei gruppi unitamente al ranking, filtering, al tagging, ecc. sia la chiave della customizzazione dei Social Network (e della search online)… ma credo che il vecchio blog ed i gruppi di discussione (ora su Linkedin o Facebook)… siano ancora il luogo di confronto preferibile rispetto al micro-blog, alle timeline dei flussi informativi.

  • imageIl pro per il blog è la profondità (estensione del contenuto) vs. frequenza (sintesi dei 140 caratteri, più o meno il doppio su Facebook)
  • Il contro per il blog è la lentezza (tempo per trascrivere un articolo) vs. immediatezza (velocità di un messaggio)

E’ proprio l’immediatezza e la spontaneità che ha preso il sopravvento nei social network, Facebook e Twitter in primis, consentendo (e abilitando) la conversazione peer to peer.
Ciò vale anche per chi fa un uso professionale dei Social? Secondo me sì. Il micro-blogging ha drasticamente ridotto la produzione di contenuti dei blogger. E’ opportuno, secondo il mio parere mantenere una propria area (blog/gruppo) di analisi per gli approfondimenti, utilizzando i social network per la conversazione e la diffusione dei contenuti.

Entropia dell’informazione, complessità, aleatorietà e incertezza

Per entropia si intende la dispersione, la dissipazione di risorse: una misura del caos. Prendo spunto da Wikipedia alla voce Entropia nella teoria dell’informazione:

  • Nella teoria dell’informazione l’entropia misura la quantità di incertezza o informazione presente in un segnale aleatorio….
  • L’entropia delle sorgenti con memoria è ragionevolmente minore dell’entropia di una sorgente senza memoria. Infatti i messaggi emessi dipendono in una certa misura da quelli emessi precedentemente, il che li rende più prevedibili.…”.

imageEcco l’entropia è inferiore se c’è la memoria… ma è proprio la memoria, l’apprendimento e la capacità cognitiva della riflessione e dell’approfondimento analitico (la fonte per l’acquisizione di competenza e di sapere …) il maggior antidoto alla dispersione dell’informazione causata dall’entropia… Ma, allora, non è forse il microblogging, nella sua costante intrapposizione di una notizia/informazione sull’altra (dove quella valida è sempre quella più recente… ritenuta più aggiornata…) una fonte costante e crescente di entropia informativa?

Interessante anche il passaggio sui “messaggi emessi dipendono in una certa misura da quelli emessi precedentemente, il che li rende più prevedibili”, quasi a richiamare l’aspetto della coerenza dell’emittente.
E’ forse una deriva per i blogger come me l’essersi buttati a testa in giù sui social network? E’ vero, però, che i social media ed il Web 2.0 ha rotto l’universo che definiva i blogger come entità un po’ monadi (da monos che significa “uno”, “singolo”, “unico”) dell’informazione/comunicazione (Monadi da Wikipedia):

  • Le monadi sono “… semplici sostanze puntiformi, se per sostanza intendiamo un centro di forza. Esse non possono avere inizio o fine se non tramite creazione o annichilazione. Hanno un’attività interna, ma non possono essere fisicamente influenzate da elementi esterni…”
  • “… ogni monade è unica; ovvero, non ci sono due monadi uguali tra loro. … Ci deve, dunque, essere in ogni monade il potere di rappresentazione, attraverso il quale essa riflette ogni altra monade in maniera tale che un occhio possa, guardando in una monade, osservarvi l’universo intero lì rispecchiato…”

Ecco una bella metafora (le monadi) e un bell’esempio di universo dei neuroni-specchio e dell’empatia … occorre coniugare approfondimento e conversazione, quindi.

Quanto siamo lontani dal Social Media Addicted?

Dov’è la vita che abbiamo perso vivendo?
Dov’è la saggezza che abbiamo perso nella conoscenza?
Dov’è la conoscenza che abbiamo perso con l’informazione?
T. S. Elliot

imageLo scenario peggiore, non solo per gli addetti ai lavori, è quello di entrare in una spirale dove non si raggiunge mai la soglia del Social Media Addicted (intesa come nevrosi ansiogena dalla mancanza di connessione…), ma un’abitudine a soglie sempre più elevate di tempo dedicato alla micro-informazione (interazione con entropia) rispetto alla macro-informazione (conoscenza e apprendimento).

La vittima sacrificale a tutto ciò è la nostra attenzione, la capacità che abbiamo di andare in esplorazione della profondità delle informazioni che ci ruotano intorno, senza utilizzare in modo esasperato la nostra memoria a breve termine (quella che non ci fa ricordare dove abbiamo messo le chiavi … e cosa abbiamo fatto due tweet fa…).
Non è un caso che sia nato il movimento slow… (non solo sul food)

A titolo esemplificativo riporto nell’articolo: Flusso dei messaggi, entropia. La time line di Twitter, un esempio di timeline, in un estratto dai 150-200 tweet degli ultimi 10 giorni (non dedico più di un’ora al giorno ai Social Media …), postati sul mio account di Twitter http://twitter.com/leonardmilan.

Articolo correlato: Flusso dei messaggi, entropia. La time line di Twitter